Nella notte tra sabato e domenica un gruppo organizzato ha danneggiato il bancomat di un ufficio postale e le vetrine di una banca, per poi dare alle fiamme i cassonetti. Su mura e vetrate c’è la firma degli anarchici, con scritte in sostegno ad Alfredo Cospito, finito al 41 bis e da due mesi in sciopero della fame. In corso le indagini delle forze dell’ordine.
La ‘A’ cerchiata e le scritte ‘Alfredo libero’ e ‘No 41 bis’ sono apparse sulle vetrate della banca danneggiata la notte scorsa in zona Tuscolana, a Roma, insieme all’Atm di un ufficio postale. L’ipotesi, ancora comunque da accertare, è che i cassonetti dati alle fiamme e gli altri danneggiamenti messi a segno contro gli istituti di via Latina siano opera di gruppi anarchici.
Secondo quanto racconta Roma Today, i cassonetti sono stati dati alle fiamme e gettati in mezzo alla strada per bloccare la viabilità: le azioni si sono concentrate nella zona tra San Giovanni e il Tuscolano.
Chi è Alfredo Cospito
Detenuto da oltre 10 anni nel carcere di Bancali, a Sassari, Alfredo Cospito è stato condannato nel 2014 per aver gambizzato l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, in un attentato nel 2012. Cospito è stato condannato anche a 20 anni di reclusione in primo grado per l’invio di due pacchi bomba alla scuola allievi carabinieri di Fossano nel 2006. L’attacco non provocò vittime. È il primo anarchico finito al 41 bis e da due mesi è in sciopero della fame. La disposizione è stata decisa lo scorso aprile dal ministero della Giustizia perché si ritiene che in carcere abbia mantenuto contatti con il gruppo anarchico Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario internazionale (Fai-Fri). La Cassazione ha rinviato gli atti alla Corte D’Appello per rideterminare le condanne.
Come riporta Domani, lo scorso 5 dicembre la Corte d’Appello di Torino ha rinviato alla Corte costituzionale la decisione sulla possibilità di concedere le attenuanti a Cospito e quindi la decisione sulla conferma o meno dell’ergastolo ostativo.