Mentre il prezzo medio nazionale di benzina e gasolio raggiunge quota 2,30 euro per litro, in Italia prosegue lo protesta degli autotraportatori. Dopo l’intervento della Commissione scioperi di sabato, l’associazione Trasportounito fa sapere che lunedì 14 marzo non ci sarà una protesta nazionale. Circa 70mila mezzi, però, non saranno attivi, per non farsi carico di ulteriori oneri finanziari. Il Codacons, intanto, presenta un esposto per controlli presso società petrolifere, distributori e grossisiti per far luce sul vertiginoso aumento dei prezzi. I deputati di Italia Viva chiedono al ministero della Transizione ecologica di fare chiarezza su accise e Iva imposte al prezzo del carburante.
Stop allo sciopero dei mezzi pesanti
Domani non accenderanno il motore circa 70.000 mezzi pesanti (fra bilici e autotreni), in seguito alla decisione delle imprese di autotrasporto di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità a far fronte da sole agli aumenti record nel costo del carburante. Solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore. È quanto stima Trasportounito sulla base dell’esito delle assemblee che si stanno svolgendo in varie regioni.
“Ciò accade indipendentemente da qualsiasi sostegno e coordinamento – ha affermato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, in una nota – fornito dalla nostra Associazione a livello nazionale”. “Trasportounito, quindi, per evitare ulteriori contenziosi con la Commissione scioperi, nel ribadire che non è mai stato proclamato un ‘fermo nazionale’, non può far altro oggi che confermare come ciascuna impresa sia libera di decidere se continuare o meno a sottostare ad obblighi contrattuali gravosi ovvero a subire ricatti operativi e finanziari”.
Codacons: fare chiarezza su chi sta speculando
Ispezioni a tappeto dei Nas presso società petrolifere, distributori, grossisti e aziende di intermediazione attive nella vendita dei carburanti, allo scopo di accertare dove si annidano le speculazioni che hanno portato all’impennata dei listini alla pompa. A chiederlo il Codacons, unica associazione che contro il fenomeno del caro-benzina è scesa in campo con un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia.
“Chiediamo alle magistrature locali e all’Antitrust di attivare Nas e Guardia di Finanza affinché eseguano ispezioni in tutta Italia sequestrando le bolle di acquisto dei carburanti e tutti i documenti fiscali utili sia presso le società petrolifere, sia presso grossisti e società di intermediazione, verificando le differenze esistenti nei prezzi di acquisto e di vendita dei prodotti petroliferi prima e dopo lo scoppio della guerra in Ucraina – spiega il presidente Carlo Rienzi – Vogliamo capire chi sta speculando sulle tasche di consumatori e imprese e in quale passaggio si annidano rincari anomali dei prezzi di benzina e gasolio che, allo stato attuale, appaiono del tutto ingiustificati. Lo stesso Ministro Cingolani, che sabato ha parlato di ‘truffa colossale’, può e deve utilizzare il Comando Carabinieri tutela Ambiente del Mite per svolgere controlli e stanare gli speculatori, dimostrando di voler concretamente combattere tali illeciti”.
Nell’esposto a 104 Procure e Antitrust il Codacons chiede inoltre di verificare la circostanza secondo cui le società attive nel campo della raffinazione del petrolio e dell’importazione del prodotto già raffinato avrebbero portato la commissione di intermediazione applicata sulla rivendita al distributore da una media del 5,5% (pari a circa 8 centesimi di euro al litro) al 19,7%. Sovrapprezzo che risulterebbe ingiustificato e determinerebbe un ingiusto rincaro dei listini alla pompa a danno della collettività.
Italia Viva al Mite: intervenire subito su rincari, ridurre accise ed Iva
“Un intervento immediato per contenere l’aumento il rincaro dei carburanti”. Lo chiedono i deputati di Italia Viva Catello Vitiello e Cosimo Ferri, con un’interrogazione al Mite. “Le accise e l’Iva hanno un peso specifico notevole nella definizione del prezzo del carburante che, secondo la rilevazione diffusa dal ministero della Transizione ecologica relativa al 28 febbraio, costituiscono circa il 57% del prezzo finale della benzina e del gasolio, mentre il prezzo industriale copre il 43% circa. Chiediamo per questo al Mite di assumere le necessarie determinazioni – sostengono i deputati – per far fronte al vertiginoso aumento dei prezzi dei carburanti e quali iniziative di competenza, anche legislative, intenda adottare al fine di ridurre il prezzo dei carburanti e, in particolare, le componenti che incidono fortemente su di esso, ovvero le accise e l’Iva”, concludono.
Fonte Adnkronos