“Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente” ma devono essere messe a gara. Lo ha stabilito una volta per tutte la Corte di Giustizia europea. Ecco le puntate precedenti e cosa cambia ora.
Concessioni balneari: la Corte di Giustizia bacchetta l’Italia imponendo di disapplicare le norme non conformi a quelle europee. Lo ha ordinato a giudici e autorità amministrative nella sentenza pubblicata giovedì 20 aprile. “Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente“, si legge nel comunicato stampa. L’applicazione delle norme europee al posto di quelle italiane ha un fondamento nella Costituzione.
Cosa prevede la direttiva Bolkestein
L’Italia dovrà quindi applicare una procedura di “selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali“. E non potrà rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata. Questi principi sono stati “enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva” Bolkestein, approvata nel 2006. Un testo che prende il nome dal Commissario olandese per il Mercato Interno nell’esecutivo europeo guidato da Romano Prodi.
Concessioni balneari: le puntate precedenti
L’Italia non ha mai tenuto conto della norma tanto che la legge di bilancio del primo governo Conte aveva prorogato le concessioni fino alla fine del 2033 per “disporre del tempo necessario allo svolgimento di tutte le attività essenziali per la riforma delle concessioni“. A novembre 2021, il Consiglio di Stato aveva però vietato ogni proroga che andasse oltre dicembre 2023. Tuttavia, la maggioranza di centrodestra aveva stabilito nel decreto Milleproroghe che le concessioni avrebbero potuto essere prolungate fino alla fine del 2024. Dunque oltre la scadenza introdotta dai giudici amministrativi. Una forzatura che aveva causato il richiamo del presidente della Repubblica. Sergio Mattarella aveva definito la proroga “incompatibile con il diritto europeo”.
Leggi anche – Precari, disabili e stagionali: procedure di infrazione Ue contro l’Italia
Concessioni balneari: cosa cambia ora
La Corte era stata interpellata dal Tribunale amministrativo regionale per la Puglia a causa del rinnovo delle concessioni nel comune di Ginosa (Taranto). I giudici dovranno risolvere la causa “conformemente alla decisione della Corte“. Non solo: questa decisione vincola “gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile”. Insomma, qualunque ricorso contro la proroga delle concessioni è destinato a essere vinto.
Questa rivoluzione potrebbe spingere la Commissione europea ad inviare al nostro Paese un parere motivato nell’ambito della procedura di infrazione aperta nel 2020. Il governo avrebbe due mesi di tempo per adeguarsi. In caso contrario, l’esecutivo di Bruxelles potrebbe decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Con il rischio di una multa che pagherebbero tutti i contribuenti.