L’inflazione farà crescere ancora le pensioni. A fare i conti è il ministero dell’Economia e delle Finanze nel Documento di economia e finanza, che mostra l’impatto del caro vita sugli assegni dell’Inps.

Le pensioni aumenteranno anche nel 2023. Lo si deduce dal Documento di economia e finanza, scritto dal Mef. L’incremento è dovuto all’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, che quest’anno ha fatto aumentare i trattamenti pensionistici fino a 2.101,52 euro del 7,3%.

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La spesa per pensioni raggiungerà il 15,8% del Pil

Questa compensazione ha implicazioni sui conti pubblici: a legislazione vigente, la spesa per prestazioni sociali è stimata in aumento del 4,4% nel 2023. In particolare, quella per pensioni crescerà del 7,1% portando la spesa nel 2023 a sfiorare quota 318 miliardi di euro. Cala invece la spesa per altre prestazioni sociali, anche per la rimodulazione del reddito di cittadinanza. La spesa per gli assegni a chi non lavora più dovrebbe raggiungere quota 15,8% del Pil. Stando alle previsioni del Mef, per pagare le pensioni l’Italia impiegherà quasi 16 euro per ogni 100 euro di ricchezza prodotta. Secondo le ultime stime dell’Inps relative alla fine del 2021 ci sono 16.098.748 pensionati, una cifra in aumento del 3,6% rispetto al 2020. Più di un italiano su quattro lo è.

La spesa per pensioni crescerà del 4,4% ogni anno

Dal 2024 al 2026, la spesa pensionistica è prevista in aumento. In media del 4,4%. Un incremento frutto del +7,1% nel 2024 e di una crescita più moderata nel 2025 (3,0%) e 2026 (3,1%). “Gli specifici tassi di variazione sono condizionati dalla rivalutazione delle pensioni in essere ai prezzi, dal numero di pensioni di nuova liquidazione, dai tassi di cessazione e dalla ricostituzione delle pensioni in essere”, spiega il Tesoro. La ricostituzione è un ricalcolo dell’assegno.

L’impatto dell’inflazione sulle pensioni

A normativa vigente, dal 2019 al 2024 ogni anno la spesa per prestazioni sociali crescerà in media del 4,3%. Tra il 2010 e il 2018 era cresciuta del 2,0%. A dare “un significativo contributo” è l’indicizzazione ai prezzi degli assegni pensionistici che si aggiunge ai “maggiori oneri a carattere pluriennale derivanti dai provvedimenti normativi adottati nel periodo 2019-2021”. Ad esempio: Quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo Conte I.

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