Secondo Assoturismo Confesercenti, il problema legato alla carenza del personale nel settore del turismo non è stato ancora risolto e sta anzi diventando strutturale. Tra le cause, c’è anche la mancanza di candidati. Trovare una soluzione è importante anche perché, dopo la pandemia, i flussi sono tornati ad aumentare. La ministra Santanché commenta: “Trovare soluzioni adeguate”.
Ci sono una notizia buona e una cattiva. La prima è che il turismo in Italia continua a correre e anche per l’anno in corso si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero. Quella cattiva, è che mancano i lavoratori. “Per la Pasqua e i mesi primaverili dei Ponti, periodi di picco della domanda, è possibile stimare oltre 50mila lavoratori ‘mancanti’ nelle imprese turistiche”, afferma Assoturismo Confesercenti, sulla base di alcune elaborazioni sul mercato del lavoro.
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“Un problema strutturale”
Il problema legato alla carenza di personale era già emerso nei mesi scorsi. A maggio 2022, per esempio, Unioncamere e Anpal avevano fatto sapere che mancavano circa 387mila lavoratori, il 40% dei quali introvabile. A causa dell’assenza di cuochi, receptionist e camerieri, diverse imprese lamentavano di non poter riaprire dopo il fermo prolungato e sul tema si era aperto un dibattito.
Secondo Assoturismo, da allora non solo il problema non è stato risolto, ma “la difficoltà nella ricerca del personale ha assunto anzi un contorno ormai strutturale, che si manifesta regolarmente già dagli anni pre-pandemia, e sta diventando sempre più grave con la ripartenza del comparto”. Al momento, rileva l’associazione, “le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Una percentuale che sale addirittura al 52% nella ristorazione, mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo”.
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Si stima che la mancanza di personale porterà nei prossimi mesi le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile dal punto di vista organizzativo e che per quelle che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari, ci sarà una perdita media di fatturato nel periodo del 5,3%.
Le figure più ricercate
Assoturismo fa sapere che per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210mila addetti nelle imprese turistiche. Si cercano soprattutto persone qualificate (81,5% dei profili richiesti), ma nel 14,6% dei casi non è necessaria alcuna competenza particolare. Ciò nonostante, spiega Assoturismo, questi ruoli sono i più difficili da coprire. Le difficoltà maggiori sono legate al reperimento di facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie. Per un cameriere semplice, si spiega, si parte da 1.560 euro lordi al mese mentre per un capo cuoco o capo barista si parte sopra i 1.740 euro mensili. Lo stesso vale per un primo portiere.
La ministra Santanché: “Lavoreremo per trovare soluzioni adeguate”
Commentando l’allarma lanciato da Assoturismo, la ministra Daniela Santanché ha detto che nelle prossime settimane ascolterà le associazioni di categoria e lavorerà insieme alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, per affrontare la questione e trovare soluzioni adeguate. “Al tempo stesso dobbiamo rivolgerci alle nuove generazioni raccontando loro quanto sia stimolante lavorare in un comparto così variegato e trasversale. E su questo, oltre a mettere in campo attività legate alla formazione, faremo una specifica campagna di comunicazione“, ha promesso.