Il fenomeno non è nuovo, ma è in crescita: alcune app premiano gli utenti che guardano video, compilano sondaggi e postano foto. Altre incentivano i comportamenti al di fuori dell’app stessa, come camminare. Ne abbiamo provate due e poi abbiamo fatto una chiacchierata con il fondatore di una di queste. Ecco quanto abbiamo guadagnato in pochi giorni.
TaTaTu: l’app che paga per usarla
È nata nel 2018 e il fondatore è italiano. Si tratta di un social media in cui puoi fare molte delle cose che si fanno sui più noti Instagram, TikTok o Facebook, ma a differenza di questi, ti premia per le tue interazioni. “L’utente può fare esattamente tutto ciò che è possibile fare sugli altri social”, spiega Andrea Iervolino, Ceo e fondatore di TaTaTu. “Ha un suo profilo, segue ed è seguito da altre persone, può postare foto e video, guardare i contenuti postati dagli altri, mettere loro like e commenti, invitare gli amici ad unirsi alla piattaforma. La differenza con le altre app è la componente della ricompensa. Noi siamo la prima sharing economy di dati e stiamo cercando di creare una circular economy intorno al mezzo di pagamento che utilizziamo per remunerare i nostri utenti, che è il TTU Coin“.
Una moneta che l’app elargisce già nel momento dell’iscrizione, con 50 TTU. Nel nostro esperimento, a un giorno dall’iscrizione, ne avevamo accumulati in totale 97 (compresi i 50 regalati dall’app). Abbiamo creato un profilo basato su decorazioni per la casa e abbiamo ottenuto alcuni like e commenti (foto 5 della gallery) che ci hanno permesso di aumentare il nostro ‘tesoretto’. Il valore di 97 TTU è di poco più di 20 euro e, già con questi soldi, è possibile acquistare nell’ e-commerce diversi prodotti (moda, tecnologia, animali e molto altro), ma anche coupon sconto per libri e persino corsi di formazione. Tra gli ultimi accordi stretti dall’app, c’è quello con l’università telematica eCampus. L’unica spesa è quella dell’eventuale spedizione della merce, non prevista invece per le aste.
“Gli utenti possono guadagnare TTU Coin quando qualcuno apprezza, commenta, visualizza o condivide un post o quando si invita un amico“, prosegue Iervolino. “Proponiamo alla nostra community delle aste, dando agli utenti la possibilità di vincere premi, ma anche esperienze uniche come incontri con celebrità (come, ad esempio, Johnny Depp) o la possibilità di recarsi sul set di film internazionali, semplicemente facendo delle offerte con i TTU Coin. Inoltre, gli utenti possono riscattare i TTU Coin nell’e-commerce – e presto anche nei partner store fisici – in cambio di prodotti. In questo modo creiamo un’economia circolare intorno alla spendibilità della nostra moneta”.
Quindi ne vale la pena? Quello che possiamo dire su TaTaTu è che si tratta di un’app giovane (è ancora in versione BETA, ovvero non è definitiva ma è già stata testata) e quindi è presto per sbilanciarsi con pareri. Dopo un settimana di utilizzo, postando otto foto e usandola molto poco (alcuni giorni abbiamo solamente effettuato l’accesso al nostro profilo e abbiamo notato di aver guadagnato TTU da interazioni altrui con i nostri post) abbiamo guadagnato 200 TTU, ovvero 44,06 euro (una media di 6 euro al giorno): non male per averla usata poco tempo. Quello che ci è piaciuto sono soprattutto i contenuti offerti, come le esperienze interattive sui set cinematografici.
WeWard: l’app che ti paga per camminare (tanto)
“Se mi pagassero per tutti i chilometri che ho macinato a piedi, ora sarei ricco/a!”. Chissà quanti lo avranno pensato una volta nella vita. Con WeWard, se non proprio ricco, chi è abituato a camminare molto può almeno guadagnare qualcosa. Ad oggi questa app conta già più di 5 milioni di utenti sparsi tra Francia (dove è nata nel 2019) Belgio e Spagna. In Italia è arrivata da poco ma conta già oltre un milione di download.
L’app premia gli utenti per il semplice fatto di camminare (e non provate a ingannarla perché capisce se vi state spostando seduti comodi sul sedile della vostra auto). Le monete che guadagnate (Ward) possono essere usate come buoni sconto su molti e-commerce aderenti, oppure per fare beneficenza ad alcune associazioni, ma anche essere convertite in euro sul proprio conto attraverso bonifici. Quando ci si iscrive, vengono accreditati 200 Ward, che equivalgono a un euro. Ogni 1.500 passi si ottiene 1 Ward, il che significa che per raggiungere l’euro successivo bisognerà fare ben 300mila passi, che equivalgono a più di 200 chilometri.
WeWard offre però la possibilità di accelerare i tempi di accumulo di ‘moneta’ giocando a un videogame, guadando un video o compilando sondaggi, ma anche acquistando in negozi convenzionati o raggiungendo determinati luoghi segnati sulla mappa. Attivando la geolocalizzazione puoi vedere quanti Ward accumuli recandoti nei posti vicini a te. WeWard guadagna dalla pubblicità ma anche da una serie di affiliazioni con marchi sportivi i cui valori sono affini a quelli dell’applicazione. Alcune entrate arrivano poi dalla collaborazione con i negozi fisici segnati sulla mappa. Nella settimana in cui abbiamo testato l’app, abbiamo compiuto 21.156 passi, ovvero 12,5 chilometri e abbiamo bruciato 846 kCal. Il compenso accumulato è stato di 14 Ward, ovvero sette centesimi
Il gioco vale la candela? Per guadagnare realmente qualcosa bisogna camminare veramente tanto. Quindi è molto facile che l’utente si annoi, se la ricompensa è il suo reale obiettivo. Può comunque essere un simpatico incentivo per chi conduce una vita troppo sedentaria e ha bisogno di una motivazione per muoversi.
WeWard non è la prima app che ricompensa l’utente per camminare. Ci sono app che funzionano in modo simile e sono Sweatcoin e l’italiana Movecoin. Su quest’ultima, come per WeWard, si guadagna comunque poco: 10 centesimi per ogni chilometro percorso.
Se vi siete fatti incuriosire dal mondo delle app che prometto di ricompensare i vostri sforzi, cercate di stare alla larga da possibili truffe e diffidate di sviluppatori sconosciuti, app con un basso numero di download e recensioni negative. Secondo voi come è andato il nostro breve esperimento? Fateci sapere se voi ottenete risultati diversi.