E’ PARTITO IL TOTO-LEONE D’ORO: CHI VINCERA’ L’AMBITO PREMIO A VENEZIA? L’ITALIA HA OTTIMI MOTIVI PER SPERARE CON “E’ STATA LA MANO DI DIO” DI SORRENTINO – IN LIZZA CI SONO ANCHE ALMODOVAR, JANE CAMPION CON IL WESTERN “THE POWER OF DOG”. GARA AGGUERRITA PER LE COPPE VOLPI…

 

serena rossi serena rossi

I loro trofei, Palma d’oro a Cannes 2019 per «Parasite», Leone d’oro l’anno scorso qui per «Nomadland», sono stati celebrati come la rivincita degli outsider. Ora tocca a loro — Bong Joon-ho presidente, Chloé Zhao e i loro colleghi della giuria, ovvero Saverio Costanzo, Alexander Nanau e le attrici Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon — assegnare i premi di Venezia 78, dove sono scesi in gara nomi di gran peso, da Almodóvar a Schrader e Campion.

 

Il verdetto è quanto mai imprevedibile, anche per l’alta qualità delle opere in gara. È già scattato il consueto gioco degli avvistamenti al Lido, degli auspici spacciati per certezze, del tam tam dei beninformati. In ogni caso, i giochi sono fatti, ancora poche ore e sapremo: a partire dalle 18.45 sarà ancora Serena Rossi a fare gli onori di casa nella cerimonia di chiusura.

 

I film italiani in gara per il Leone d’Oro

E' STATA LA MANO DI DIO E’ STATA LA MANO DI DIO

L’Italia, sulla carta, ha ottimi motivi per sperare, vista la qualità delle opere accolte nel concorso dal direttore Alberto Barbera. Per la cronaca, gli ultimi nostri registi a vincere il Leone d’oro sono stati Gianfranco Rosi con Sacro Gra, nel 2013 e Gianni Amelio con Così ridevamo nel 1998. Dei cinque film in gara quello che sembra aver fatto breccia, anche tra i critici internazionali, è «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino (che da qui è volato al festival di Telluride dove pure ha ricevuto ottima accoglienza). E Toni Servillo ha convinto in entrambe le prove in gara, con Sorrentino e con l’Eduardo Scarpetta di «Qui rido io» di Mario Martone. E pure con «Ariaferma» di Di Costanzo che però era fuori concorso. Anche Penélope Cruz gareggia contro se stessa, superba in «Madres paralelas» del suo mentore e amico Pedro Almodóvar ma ugualmente formidabile in «Competencia oficial» degli argentini Gastón Duprat e Mariano Cohn.

 

Gara agguerrita per le coppe Volpi

qui rido io 2 qui rido io 2

A chi andrà il Leone d’oro di Venezia 78, dunque? Sorrentino, Almodóvar, Jane Campion con il western The power of dog? O sarà nuovamente la volta della nuova generazione di autori, come il filippino Erik Matti On the job: the missing 8 (che però non ha convinto)? O spunterà la sorpresa? Di certo la gara per le coppe Volpi è agguerrita, in entrambe le categorie. Sono molti a aver lasciato il segno.

 

il film spencer 5 il film spencer 5

La Lady Diana di Kristen Stewart per «Spencer» di Pablo Larraìn (uno dei titoli che già sta affollando le previsioni in vista degli Oscar, di cui Venezia anche nell’edizione 2020 ancor più segnata dalla pandemia, si è confermata trampolino). Olivia Colman per la madre riluttante di «The lost daughter», esordio alla regia (non memorabile, va detto) di Maggie Gyllenhaal. O la giovanissima Anamaria Vartolomei, chiamata da Audrey Diwan a restituire la forza del racconto autobiografico di Annie Ernaux in «L’événement».

 

madres paralelas madres paralelas

Tra i colleghi maschi hanno convinto Benedict Cumberbatch, mai così sgradevole come in «The power of the dog», o il calcolatore Oscar Isaac per «Il collezionista di carte», o Vincent Lindon, manager in crisi per «Brizé». O, ancora l’attore russo Yuriy Borisov, protagonista di «Kapitan Volkonogov bezhal» diretto da Natasha Merkulova e Aleksey Chupov. Per il Premio Mastroianni, per l’interprete emergente si fanno i nomi di Hatzín Navarrete per «La Caja» di Lorenzo Vigas, e Filippo Scotti, il giovane Sorrentino.

 

La parola ai giurati

Tutto dipende da chi conquisterà il Leone d’Oro per il miglior film. Il sudoku è complesso. Comprende il Leone d’argento gran premio della giuria e il Leone d’argento alla migliore regia. Oltre a questi e le due Coppe Volpi, sono da assegnare il Premio speciale della giuria, quello per la migliore sceneggiatura e il Mastroianni. È esclusa la possibilità degli ex aequo e uno stesso film può ricevere un solo premio. Salvo, con il benestare del direttore Barbera, associare il riconoscimento a un attore per un film gia premiato. Ma non con il Leone d’oro. Come si dice, la parola ai giurati.

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Redazione Dagospia