“SPERANZA FARAI UNA BRUTTA FINE. MERITI DI ESSERE BRUCIATO VIVO, TI DEVONO SQUARTARE VIVO, TI AMMAZZEREMO”, DENUNCIATO UN 35ENNE DISOCCUPATO RESIDENTE IN PROVINCIA DI LATINA PER LE MINACCE DI MORTE AL MINISTRO – “HAI ROVINATO LA VITA A NOI ITALIANI E ANCHE A ME” – LE FRASI INVIATE VIA MAIL. IL CASO RICORDA QUELLO DI ALTRE 4 PERSONE DENUNCIATE PER MINACCIA AGGRAVATA NELL’APRILE 2021: MA NON SONO EMERSI COLLEGAMENTI..

Michele Marangon per corriere.it

 

ROBERTO SPERANZA ROBERTO SPERANZA

«Hai rovinato la vita a noi italiani e anche a me … farai una brutta fine per forza… meriti di essere bruciato vivo, ti devono squartare vivo… ti ammazzeremo…». Frasi pesantissime, sulle quali non si poteva sorvolare. Il bersaglio era il ministro della Salute, Roberto Speranza, e al termine delle indagini un 35enne della provincia di Latina è stato denunciato per minaccia aggravata. È stato lui a inviare, nell’aprile 2021, una serie di email minatorie all’esponente del governo più esposto sul fronte Covid. Il caso ricorda quello di altre quattro persone identificate e denunciate -sempre ad aprile scorso – per i medesimi reati. Tra di loro però non sono emersi collegamenti.

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Le indagini che hanno portato ad individuare l’uomo, che ora rischia fino a un anno di carcere, sono state condotte dal Nas dei carabinieri sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma. Nei confronti del 35enne è stata anche eseguita una perquisizione. «Di estrema gravità – spiegano i militari del Nas – le minacce formulate, connesse con le misure e le restrizioni governative adottate in relazione all’emergenza pandemica da Covid 19: utilizzando toni offensivi, infatti, nei messaggi venivano prospettate azioni violente nei confronti del ministro, contenenti anche esplicite minacce di morte». «Poverino hai denunciato quelle persone che ti hanno detto la verità», è una delle frasi rivolta al ministro, con riferimento alle perquisizioni che, ad aprile scorso, i militari del reparto operativo del Nas avevano condotto nei confronti degli altri quattro. Dagli investigatori trapela il ritratto di un cittadino comune, disoccupato, esasperato, ma non collegato a gruppi politici o ideologici e senza precedenti penali.

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Redazione Dagospia