A poco meno di sei anni dal giorno dell’attacchi, si apre oggi davanti alla Corte d’assise speciale di Parigi il processo per gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi in cui morirono 130 persone e centinaia rimasero ferite. Venti gli accusati alla sbarra, 1730 i rappresentanti delle parti civili, 330 i legali coinvolti, in quello che viene descritto come il più grande processo mai gestito dalla giustizia francese.

Interpellato sull’apertura del caso, il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin ha auspicato che l’imputato Salah Abdeslam, unico sopravvissuto tra i membri dei commando che seminarono il terrore nella città, possa parlare dello svolgimento degli attacchi. “Forse Abdeslam parlerà”, ha dichiarato su France Inter spiegando che inforrmazioni fornite dagli accusati “potrebbero aiutare i servizi e il ministero dell’Interno”.

Parlando del rischio terrorismo nel paese, il ministro ha sottolineato come “la minaccia terroristica sia particolarmente elevata”. “E naturalmente in momenti quali quello del processo per gli attentati, la minaccia è ancora più elevata”. Gli attacchi sventati, ha quindi reso noto, sono stati 36, 14 dei quali dall’inizio del mandato di Emmanuel Macron.





Agenzia Stampa AdnKronos