ZAN, NON FARE L’OMOFOBO – “LIBERO” CONTRO IL DEPUTATO PD, CHE NEL SUO LIBRO RACCONTA DI AVER VISTO UN LEGHISTA A MYKONOS BACIARE UN ALTRO UOMO: “MA IL PROBLEMA QUAL È? CHE UN LEGHISTA VADA A MYKONOS? CHE UN LEGHISTA BACI UN UOMO? O CHE UN GAY SIA CONTRARIO AL DDL ZAN? ESATTAMENTE QUEST’ ULTIMO. COME PUÒ, È LA LOGICA DEL DEPUTATO PD, UN OMOSESSUALE TRADIRE LA NOSTRA CAUSA? DELLE DUE L’UNA: O NON È UN VERO GAY O È UN GAY IPOCRITA…”
Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”
Ma chi lo ha detto che un gay debba necessariamente essere a favore del ddl Zan? Lo prevede mica il nuovo codice etico imposto dal Pensiero Unico, per cui si è veri omosessuali solo se si votano le leggi caldeggiate dal Pd? Se fosse così, alla sigla LGBTQIA+ bisognerebbe aggiungere la lettera Z, una delle poche che manca, a indicare la fedeltà al guru Zan come requisito di certificata omosessualità.
Viene da pensarlo leggendo le anticipazioni del libro “Senza paura. La nostra battaglia contro l’odio” (Piemme) di Alessandro Zan, il deputato Pd primo firmatario della cosiddetta legge contro l’omofobia. Denunciando la presunta doppia morale di molti politici di destra, il parlamentare dem, gay dichiarato, se la prende con «un deputato della Lega, incontrato in vacanza a Mykonos, del quale mi ricordo cartelli particolarmente aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo».
intervento del deputato alessandro zan foto di bacco (2)
Sommo scandalo! Ma il problema qual è? Che un leghista vada a Mykonos? Che un leghista baci un uomo? Oche un gay sia contrario al ddl Zan? Esattamente quest’ ultimo. Come può, è la logica del deputato Pd, un omosessuale tradire la Nostra Causa, sostenuta dalle associazioni arcobaleno, promossa dalla sinistra tutta, grillini compresi, e avallata dai grandi media buonisti, alfieri del politicamente corretto? Delle due l’una: o non è un vero gay o è un gay ipocrita. E cioè è talmente plagiato dal salvinismo da sacrificare pubblicamente la sua identità sessuale agli interessi superiori del partito.
NESSUNA OBIEZIONE
Questa tesi di Alessandro (Intolleran)Zan, presa alla lettera e estesa a tutti i gay, ha risvolti inquietanti: prevede cioè che, a prescindere, un omosessuale – di destra, di sinistra, di centro, apolitico – non possa dissentire dal Vangelo da lui predicato e codificato in quel testo sacro. E non possa, ad esempio, avanzare obiezioni sui rischi per la libertà di espressione e la libertà educativa nelle scuole né sull’utilizzo avventuroso a livello giuridico di concetti come «identità di genere» o sulle ricadute in termini di violazioni del principio di eguaglianza, per cui alcuni cittadini finirebbero per essere tutelati più di altri.
No, se è gay, semplicemente deve adeguarsi, stare zitto o ancor meglio tifare a favore del ddl. Ammazza oh, alla faccia della libertà di pensare, oltreché di amare, degli omosessuali. È un fatto tuttavia, con buona pace dello Zan Alessandro, imperatore di tutti i rossi e gli arcobaleno, che gay dissenzienti, onesti intellettualmente e non intruppati nel gregge monopensante ce ne sono. Anche in Parlamento.
GIUSTI E REPROBI
Come quel Tommaso Cerno che, ai microfoni di Libero, aveva definito il ddl una legge «scritta male» che fa «troppo poco per conseguire gli obiettivi che si propone», aggiungendo: «Zan non è Mosè e non ha ricevuto le tavole della legge dal dio dei gay». Zan tuttavia crede di essere investito di un’autorità divina. E, in nome di quella, pretende di dividere l’umanità tra Giusti e Reprobi, e gli omosessuali tra chi è con noi echi è contro di noi.
Questi ultimi meritano tutto lo sprezzo e lo sdegno possibili e magari la revoca dell’appartenenza alla comunità Lgbt. E menomaleche Zan si vanta di essere un paladino contro la discriminazione… Avesse usato un politico di destra le sue parole nei confronti di un deputato di sinistra, difensore della famiglia e scoperto a baciare un uomo, si sarebbe parlato di omofobia. Invece a Zan tutto è concesso. Insomma, altro che «senza paura». Nel caso venisse approvato il ddl, i primi ad avere paura dovrebbero essere gli omosessuali eterodossi, rei di pensare con la propria testa e costretti alla condanna per questo.
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