PIÙ PIL PER TUTTI! – LE PREVISIONI DELL’OCSE SULL’ITALIA: “ENTRO LA PRIMA METÀ DEL 2022 L’ECONOMIA RECUPERERÀ I LIVELLI DEL 2019” – QUEST’ANNO IL PIL CRESCERÀ DEL 5,9%, MA SERVONO RIFORME “PER FAVORIRE UNA CRESCITA PIÙ RAPIDA. SERVONO INVESTIMENTI E PRODUTTIVITÀ” – AVVISATE SALVINI: “VA CONTENUTA LA SPESA PENSIONISTICA LASCIANDO SCADERE IL REGIME ANTICIPATO (QUOTA 100)”, E CONTE: “IL REDDITO DI CITTADINANZA HA CONTRIBUITO A RIDURRE IL LIVELLO DI POVERTÀ, MA IN POCHI TROVANO IMPIEGO”
MARIO DRAGHI IN VERISONE IDRAULICO
Ocse: Pil Italia +5,9%,ritorno a livelli 2019 nel 2022
(ANSA) – PARIGI, 06 SET – “Si prevede che l’economia recuperi i livelli del 2019 entro la prima metà del 2022”, dopo una crescita per quest’anno stimata al 5,9%. “Il debito pubblico salirà quasi al 160% del Pil nel 2021”.
E’ quanto prevede l’Ocse nella Economic Survey sull’Italia, invitando a “continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato, fino a quando la ripresa non sarà consolidata nei settori economico e occupazionale”. L’Ocse auspica anche “un piano fiscale di medio periodo da attuare una volta che la ripresa sarà consolidata”, per “ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil”.
L’economia italiana, scrive l’Ocse nel documento dedicato al nostro Paese, “si sta risollevando dalla crisi indotta dalla pandemia da Covid-19”. “Il generoso sostegno del Governo ha mitigato le perdite di posti di lavoro e le avversità, e ha altresì preservato la capacità produttiva”, continua l’organismo internazionale con sede a Parigi, aggiungendo che “le garanzie sui prestiti e le moratorie sul rimborso del debito hanno sostenuto la liquidità delle imprese e ne hanno limitato i fallimenti.
ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 5
I regimi di lavoro a tempo ridotto e il divieto di licenziamento sono stati integrati da un sostegno al reddito per coloro che non beneficiano delle reti di sicurezza esistenti, unitamente al rinvio delle date di pagamento delle imposte dovute.
La frequenza scolastica e i risultati dell’istruzione risultano peggiorati per gli individui più svantaggiati; per contro, l’isolamento sociale dovuto al lockdown si è associato a un aumento della violenza domestica”. Per l’Ocse, “un significativo sostegno fiscale nel 2021 favorirà la ripresa nel breve termine, con l’accelerazione dei tassi di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni. Più ingenti investimenti pubblici, ivi inclusi quelli finanziati dai fondi Next Generation EU, unitamente a una maggiore fiducia e livelli di domanda più elevati, sosterranno gli investimenti nel settore privato”.
E “tuttavia, rispetto ad altre grandi economie – avverte l’organismo parigino – in Italia la ripresa continuerà a ritardare, con un Pil che recupererà i livelli del 2019 solo nel primo semestre del 2022. Si prevede altresì un aumento dei consumi allorché le famiglie saranno in grado di utilizzare parte dei loro risparmi e i livelli di occupazione aumenteranno”.
L’Ocse definisce quindi “necessarie” le riforme della finanza pubblica “per favorire una crescita più rapida e un aumento quantitativo e qualitativo dei posti di lavoro”. “Nonostante una spesa pubblica relativamente elevata, la spesa che può sostenere meglio la crescita e il benessere è modesta e ha altresì subito un decremento”.
“I fondi di sovvenzione di Next Generation EU – precisa l’Ocse – si aggirano attorno al 13,5% del PIL del 2020. La lentezza storica dei tassi di assorbimento dei fondi Ue deriva da alcuni fattori che ostacolano la progettazione, l’approvazione e l’attuazione dei programmi. Gli appalti sono lenti, la concorrenza è limitata e le capacità variano notevolmente”.
L’Ocse raccomanda quindi di “migliorare la composizione della spesa pubblica al fine di promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro. Migliorare il coordinamento tra le agenzie incaricate dell’attuazione dei progetti di investimento pubblico al fine di aumentare i livelli di esborso. Compattare le procedure di contratti pubblici attualmente affidate a molteplici agenzie di piccole dimensioni e concentrarle in un numero inferiore di enti dotati di maggiore capacità”.
Ocse: reddito ha attutito povertà ma pochi trovano impiego
(ANSA) – ROMA, 06 SET – L’introduzione del reddito di cittadinanza “ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione” e sebbene i livelli di povertà siano aumentati con la pandemia, “nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali”.
Lo scrive l’Ocse nell’Economic Survey sull’Italia, ricordando che, rispetto alla raccomandazione a rafforzare i servizi di assistenza sociale a livello comunale e stabilire una collaborazione con i i servizi pubblici per l’impiego, “il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso”.
Ocse a Italia, contenere spesa pensioni, via quota 100
(ANSA) – PARIGI, 06 SET – “Contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato (“Quota 100”) e la cosiddetta “Opzione Donna” nel dicembre 2021, e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza”: questa una delle raccomandazioni rivolte dall’Ocse all’Italia nel documento ‘studi economici 2021’ pubblicati oggi.
“Le pressioni sulla spesa legate all’invecchiamento demografico e agli interessi sono elevate e destinate ad aumentare nel lungo termine”, avverte l’organismo internazionale con sede a Parigi, ricordando che “il governo si è impegnato a ripristinare i livelli di debito pre-Covid”.
L’Ocse all’Italia, ‘spingere investimenti e produttività’
ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1
(ANSA) – PARIGI, 06 SET – Incrementare investimenti e produttività: è l’appello all’Italia da parte dell’Ocse, secondo cui “gli incentivi governativi, compreso il recente aumento temporaneo delle agevolazioni relative al patrimonio netto d’impresa compensano solo in parte gli ostacoli normativi all’aumento degli investimenti”.
“La produttività del settore dei servizi – avverte l’organizzazione nel documento ‘Studi economici dell’Ocse. Italia 2021’ – è inferiore a quella del settore manifatturiero e i livelli di crescita delle imprese sono inferiori a quelli degli altri Paesi dell’Ocse. I regolamenti sono sovente anticoncorrenziali”.
ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 22
L’organismo parigino raccomanda quindi al nostro Paese di “ridurre le barriere normative all’ingresso per i servizi professionali, altresì sostituendo i sistemi di licenza con schemi di certificazione meno distorsivi”, ma anche “introdurre un comitato nazionale per la produttività che individui e comunichi i costi e i benefici delle riforme e costruisca un consenso nazionale. Assicurarsi che l’agevolazione fiscale per il patrimonio netto delle imprese sia sufficientemente prevedibile e generosa da ridurre la distorsione tra debito e patrimonio netto”.
In Italia, sottolinea l’organismo parigino, “i tassi di investimento sono tra i più bassi dell’area dell’Ocse, frenati dall’incertezza, dall’elevato fabbisogno di leva finanziaria e dalla carenza di accesso a finanziamenti in conto capitale”.
Per l’Ocse, “maggiori investimenti pubblici finanziati da Next Generation EU e generosi incentivi fiscali possono attrarre investimenti privati, a condizione che i livelli di leva finanziaria non riducano l’assunzione di rischi da parte delle imprese”. Inoltre, il “miglioramento qualitativo della pubblica amministrazione e le iniziative volte a diminuire il grado percepito di corruzione ridurrebbero la necessità di incentivi fiscali e sosterrebbero altresì gli investimenti”.
Ma non è tutto. L’Ocse sottolinea che “una più rapida diffusione della banda larga favorirebbe la digitalizzazione del settore privato e una maggiore fruizione della crescente gamma di servizi pubblici disponibili on line”. “La crescita stagnante della produttività negli ultimi due decenni è scaturita dal ritardo della produttività del settore dei servizi.
La produttività del settore manifatturiero è cresciuta grazie alla realizzazione di maggiori investimenti e dall’uscita di scena delle aziende meno produttive. Al contrario, le barriere normative, ivi incluse quelle che contrastano con le raccomandazioni emesse dall’autorità per la concorrenza, pongono elevate barriere all’ingresso nel settore delle vendite al dettaglio e dei servizi professionali. Ciò a sua volta deprime la concorrenza e l’innovazione”, conclude l’Ocse.
mario draghi in conferenza stampa
Secondo l’Ocse “l’intera pubblica amministrazione appare priva di personale dotato delle competenze necessarie. L’accelerazione del pensionamento dei dipendenti pubblici nel corso del prossimo decennio consentirà di attuare un processo di rinnovamento, a patto che il processo di assunzione sia più agile e anticipi il fabbisogno di competenze, e a condizione che i dipendenti pubblici che andranno in pensione possano trasmettere la loro esperienza ai nuovi assunti”. “Disporre di competenze più solide – prosegue l’organismo internazionale con sede a Parigi – sarà altresì essenziale per sfruttare ulteriormente i vantaggi della digitalizzazione”.