BASTA “BASTA DITTATURA” – LA PROCURA DI TORINO HA EMESSO UN DECRETO DI SEQUESTRO DEL CANALE TELEGRAM COMPLOTTARO CON OLTRE 40 MILA ISCRITTI, DOVE VENGONO MINACCIATI VIROLOGI E GIORNALISTI CON TANTO DI NUMERI DI TELEFONO – LA PROCEDURA È LUNGA E INFATTI È STATA CLASSIFICATA COME PROVVEDIMENTO D’URGENZA: INTANTO GLI UTENTI CONTINUANO A SCRIVERE COSE TIPO “BOMBARDIAMO PALAZZO CHIGI” O A CHIEDERE “TUTTI GLI INDIRIZZI DELLE CASE NUMERI DI TELEFONO CHE CONOSCETE DI MINISTRI, CAPI DI PARTITO, VIROLOGI CRIMINALI…”
Giuseppe Legato per www.lastampa.it
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La procura di Torino ha emesso un decreto di sequestro della Chat Telegram «Basta dittatura» che nelle ultime settimane è diventata uno dei principali strumenti di comunicazione dei alcuni gruppi No Vax e No Green Pass.
Da autorevoli fonti di Palagiustizia si apprende che il provvedimento – firmato dal pm Valentina Sellaroli – è funzionale a fermare il mezzo attraverso il quale sarebbero stati commessi i reati ipotizzati dagli inquirenti: istigazione a delinquere ripetute violazione della privacy.
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Il testo è stato trasmesso a una mail istituzionale di Telegram che si chiama «Collaborazione volontaria» utilizzato dall’autorità giudiziaria per informare la struttura legale del social di quanto si richiede e si ritiene opportuno fare. Cioè chiuderla.
Al momento nessuna risposta è stata recapitata in procura. Ergo, la chat è rimasta aperta e funzionante con i suoi 40 mila e passa iscritti. La sensazione è che i magistrati attenderanno ancora qualche giorno e valuteranno – in caso di mancato ulteriore riscontro – di avviare una rogatoria internazionale.
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La procedura – va detto – è spesso lunga e richiede un lasso di tempi forse incompatibile con l’attualità del pericolo. Non è un caso che la richieste di oscuramento inviata dalla pm è classificata come provvedimento d’urgenza.
Negli scorsi giorni alcuni iscritti alla chat hanno iniziato a raccogliere e pubblicare riferimenti del loro nemico principale: il governo. I numeri di telefono di Palazzo Chigi, dall’ufficio per la Comunicazione a quello del programma di governo, ma anche di noti virologi e di politici regionali e locali sono diventati pubblici (ma erano facilmente reperibili).
Stesso scenario aveva già interessato alcuni giornalisti, rei di diffondere informazione di «regime» e altrettanto i medici di base «che accettano solo pazienti vaccinati».
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Tra i messaggi postati nella chat Telegram si potevano leggere fino a poche ore fa, testi di questo tenore: «Bombardiamo Palazzo Chigi». Oppure: «Scrivete tutti gli indirizzi delle case numeri di telefono che conoscete di tutti i ministri, tutti i capi di partito, dei cosiddetti virologi criminali, di tutti i presidenti di regione, di Figliuolo, dei giornalisti più criminali». Inviti espliciti alla violenza (“è necessario utilizzare il piombo”) erano stati scritti anche sul ministro Luigi Di Maio.
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