CHE FINE HA FATTO LA NAZIONALE CAMPIONE D’EUROPA? – RIGORE SBAGLIATO DA JORGINHO, ERRORI IN ZONA GOL E IL MANCIO CHE METTE IN CAMPO CHIESA SOLO NEL SECONDO TEMPO: L’ITALIA PAREGGIA IN SVIZZERA, IL CAMMINO NELLE QUALIFICAZIONI AL MONDIALE 2022 SI COMPLICA (NONOSTANTE IL RECORD DI IMBATTIBILITA’ LUNGO 36 GARE). DIVENTERA’ DECISIVO IL MATCH CHE SI DISPUTERÀ CONTRO LA SVIZZERA (A MENO 4 MA CON 2 GARE IN MENO IN CLASSIFICA) A METÀ NOVEMBRE IN ITALIA…
Da fanpage.it
Il male minore per la Nazionale è il pareggio (0-0) in Svizzera che non cambia i rapporti di forza in classifica e tiene gli elvetici a 4 punti di distanza ma potrebbero non bastare per tenere il primo posto blindato a causa delle due gare in meno dei crociati. Il male minore è rimandare ancora una volta la certezza della qualificazione, che darebbe restare in vetta al Gruppo C, al match che si disputerà a metà novembre in Italia. Una sorta di spareggio da dentro o fuori, come giocare in anticipo un playoff da incubo.
Ecco perché, alla luce del record d’imbattibilità lungo 36 gare, tutto il resto è da dimenticare in fretta: il rigore sbagliato da Jorginho, che non ha incantato Sommer con il trucchetto del doppio passo dagli undici metri, e gli errori clamorosi commessi in zona gol (Berardi) quando la gara era in pugno e serviva azzannare l’avversario.
La formazione è la stessa di pochi mesi fa, quando la doppietta di Locatelli e il guizzo di Immobile mandarono al tappeto la Svizzera agli Europei. Tre sberle sul muso alla nazionale che avrebbe eliminato la Francia ai rigori e quasi la Spagna, mettendo paura alle Furie Rosse. Il risultato e la prestazione, però, sono differenti. Delle notti magiche è rimasta solo la polvere di stelle. C’è Emerson Palmieri (che si fa anche male a una mano) sulla corsia mancina al posto di Spinazzola (infortunato): è l’unica novità rispetto agli Azzurri di allora mentre tra gli elvetici è cambiato tutto. A cominciare dal ct, Yakin al posto di Petkovic, e dalla squadra che va in campo rimaneggiata per le tante assenze.
Non si può vivere di ricordi. Le parole di Roberto Mancini in conferenza stampa fanno il paio con la rabbia che esprime in panchina quando si accorge che l’Italia fa fatica ad affondare il colpo. Richiama Immobile e gli spiega qual è il movimento che deve fare da attaccante vero in certe situazioni, come deve aggredire i due centrali e sfruttarne i punti deboli.
Lo rimprovera bonariamente perché capisce – e se n’era accorto gia contro la Bulgaria – che tanto possesso palla e costruzione della manovra servono a nulla se là davanti fai il solletico agli avversari. E trasecola quando vede Berardi, a tu per tu con Sommer, sprecare un palla, un contropiede d’oro e un gol già fatto. Piede molle, tiro debole: il portiere elvetico in uscita da quel che può e devia.
Nella ripresa c’è ancora il rammarico di quell’azione di Berardi che avrebbe meritato miglior sorte, caratterizzata dal gioco verticale chiesto dal ct. Se ne prende incarico Locatelli, che si cala nel ruolo di lotta e di governo, mentre a Jorginho ha il compito di calibrare il ritmo e far sì che i ranghi siano serrati. Barella ci mette dinamismo e quando accelera agli svizzeri resta solo il fallo per fermarlo. Sua una delle palle gol più ghiotte del match. Poi la matassa s’aggroviglia e l’Italia si perde, rischiando anche qualcosa in difesa.
La vittoria degli Europei è alle spalle, all’orizzonte c’è quel brutto spauracchio delle qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022. Dopo il flop con Ventura contro la Svezia e il trauma di quella maledetta notte di San Siro dove saltò ogni cosa, l’obiettivo è mettere al sicuro il primo posto in classifica e ipotecare il pass per la Coppa. I secondi 45′ iniziano così con il piglio giusto e gli azzurri si fanno subito vedere dalle parti di Sommer. Errore difensivo degli elvetici e fallo da rigore di Ricardo Rodriguez su Berardi. Dal dischetto si presenta Jorginho che proprio come contro l’Inghilterra fallisce il tiro dagli undici metri facendosi ipnotizzare dall’estremo difensore svizzero. Mancio cambia ancora qualcosa, non basta. Per arrivare a Qatar 2022 servirà faticare ancora.