Sono ormai passati tre anni dal crollo del ponte Morandi dove persero tragicamente la vita 43 persone.

Era il 14 agosto 2018 quando, alle 11,36 del mattino, il pilone numero 9 crolla facendo collassare ben 250 metri di ponte, praticamente la sezione centrale. Sulla struttura stavano transitando numerose auto che sono cadute nel vuoto assieme al cedimento. Le macerie, invece, hanno colpito l’isola ecologica dell’AMIU sottostante. Molti operai sono stati colpiti.

A seguito della tragedia è stata istituito lo stato d’emergenza e molti abitanti della zona hanno dovuto lasciare le loro case per ragioni di sicurezza.

È, ovviamente, emerso il cattivo stato di manutenzione del ponte oltre che un lassismo ed un’assenza di controlli tali da provocare questo caso di cronaca.

Si sarebbe potuto evitare? Assolutamente sì. Sarebbero bastati dei controlli mirati e una corretta cura della struttura e oggi non dovremmo piangere così tanti innocenti. A riguardo, dal 15 ottobre, partirà il processo ai 59 indagati ritenuti responsabili. Ci saranno tre udienze a settimana che continueranno fino alla fine di dicembre.

Ciò che fa più rabbia è che si debbano aspettare più di 3 anni per avere una parvenza di giustizia.

PREOCCUPATI I FAMIGLIARI DELLE VITTIME

Non sono solo i tempi biblici della giustizia italiana a preoccupare amici e parenti delle vittime, anche la riforma della giustizia diventa un ulteriore pensiero.

Ciò che più spaventa è il rischio di prescrizione del reato, ovvero un’impossibilità di proseguire con i processi a causa del troppo tempo intercorso per le indagini. Il ministro Marta Cartabia ha rassicurato sostenendo che non vi sono rischi a riguardo.

Sicuramente dobbiamo sperare che le tempistiche non si vadano ad allungare ulteriormente come purtroppo spesso accade nel nostro stato.

IL PROBLEMA DELLE INFRASTRUTTURE IN ITALIA

Quello delle infrastrutture in Italia è un argomento scottante visti i precedenti. Non soltanto il ponte Morandi, buona parte del nostro sistema logistico-strutturale dà da pensare.

Basti pensare a quando vi sono delle alluvioni o piogge più consistenti. I danni conseguenti sono sempre ingenti e ogni anno ne paghiamo le conseguenze.

Il presidente del Consiglio Draghi ha voluto ribadire quanto il Governo si impegnerà nel prevenire altri disastri di questo tipo. Lo Stato deve riallacciare un rapporto di fiducia con i cittadini. Ce la farà? Al momento non ne siamo così certi, il dolore è ancora troppo fresco per poter pensare di perdonare.

E voi cari lettori cosa pensate di questa storia? Siete fiduciosi nella giustizia e nello Stato? O pensate che, purtroppo, potremmo dover vedere altri ponti crollare? Noi speriamo vivamente che mantengano le promesse fatte e, nel frattempo, attendere che giudici e avvocati facciano il loro dovere. Le vittime non torneranno in vita ma l’urlo di dolore non dovrà restare inascoltato.