Coste e mari italiani sempre più minacciati dalle illegalità ambientali. Nel 2023, i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto sono stati 22.956, il 29,7% rispetto al 2022. Insieme alle violazioni amministrative, la media è di 8,4 illeciti per km di costa, uno ogni 119 metri.
In particolare, con 406 reati (+172,5% rispetto 2022) la Sardegna passa da 15esimo a decimo posto nella graduatoria delle regioni. È uno scenario da codice rosso quello disegnato da Legambiente nel report ‘Mare Monstrum 2024’ sull’aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese presentato alla vigilia del 14esimo anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’ di Pollica che ha dedicato la sua vita alla tutela del mare e delle coste del Cilento.
Ciclo illegale del cemento (10.257 reati, +11,2% rispetto al 2022), ciclo illegale dei rifiuti e mare inquinato (6.372, +59,3%) e pesca illegale (4.268 illeciti penali, +11,3%) si confermano i reati più diffusi. Ma a preoccupare è anche la violazione delle normative che regolano la nautica da diporto: 2.059 illeciti penali accertati nel 2023, + 230% rispetto al 2022.
Gli illeciti aumentano ogni anno a un ritmo sempre più intenso: stando al report, sono 25.545 le persone denunciate l’anno scorso, in aumento del 43% rispetto al 2022. Cresce, però, l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022) e quello dei sequestri, pari a 4.026, in crescita del 22,8%.
Un reato su due (50,3%) si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), che guidano nell’ordine, come numeri assoluti, la classifica regionale, seguite da Lazio (1.529 reati) e Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni rientrano Sardegna, Veneto, Liguria e Marche.