Solo quasi 4 italiani su 10 (37%) riescono oggi a mettere da parte qualcosa delle loro entrate mensili, fa sapere un rapporto di Findomestic. “Inflazione e calo del potere d’acquisto restano le preoccupazioni principali degli italiani nonostante la crescita esponenziale dei timori di un’escalation delle guerre che si combattono alle porte dell’Europa dopo l’avvio del nuovo conflitto in Medio Oriente”, spiegano dall’istituto di credito.

Solo quasi 4 italiani su 10 (37%) riescono oggi a mettere da parte qualcosa delle loro entrate mensili: una media dell’8% che, però in un terzo dei casi (32%) viene utilizzato per far fronte alle spese straordinarie. Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di Findomestic (Gruppo Bnp Paribas) il 55% degli intervistati, invece, non riesce oggi ad accantonare nulla di quanto guadagna, mentre il 7% non sa. Chi riesce a farlo nel 45% dei casi lo programma, ma la maggioranza (55%) si limita ad accantonare quanto rimane dalle spese mensili senza fare calcoli preventivi. Il 35% degli intervistati investe i propri risparmi in BOT o obbligazioni, libretti remunerati, azioni o altri prodotti finanziari, il 18% li tiene sul conto corrente, mentre oltre il 20%, con i soldi che ha “salvato” dalle spese fisse, sceglie di concedersi viaggi e vacanze. In un contesto in cui il 45% delle famiglie lamenta problemi economici di media o grande entità, quasi 9 su 10 cercano di controllare le spese anche attraverso le modalità di pagamento: la maggior parte del campione utilizza il bancomat (43% delle preferenze) per avere il saldo del conto corrente sempre aggiornato, il 25% qualsiasi carta o strumento digitale che consenta di avere tutte le spese tracciate mentre il 22% preferisce i contanti.

Il parere di Findomestic

 “In questa fase – commenta Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale Findomestic – l’inflazione e il calo del potere d’acquisto restano le preoccupazioni principali degli italiani nonostante la crescita esponenziale dei timori di un’escalation delle guerre che si combattono alle porte dell’Europa dopo l’avvio del nuovo conflitto in Medio Oriente. Circostanze complesse che si ripercuotono sulla sfera emotiva ed economica delle famiglie comportando una fisiologica contrazione della propensione all’acquisto”.

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Fonte Agi

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