Nelle carceri italiane, l’emergenza è diventata la norma. Gli episodi di violenza e le aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria sono in costante aumento, richiedendo un intervento urgente da parte del governo per garantire la sicurezza all’interno di questi istituti penitenziari.
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Carcere di Velletri: la violenza dilaga
Ieri, nel carcere di Velletri, si è sfiorata una vera e propria rivolta quando i detenuti di una sezione hanno distrutto le telecamere di sorveglianza e allagato un’area detentiva. Ancora una volta, questi atti di violenza sono stati guidati da un detenuto italiano precedentemente noto per comportamenti violenti in altre carceri. La situazione è talmente grave che il carcere di Velletri rischia di diventare una sorta di “capolinea” per detenuti violenti provenienti da altre strutture penitenziarie, mettendo a rischio la sicurezza sia del personale di Polizia Penitenziaria che degli altri detenuti.
Mirko Manna della FP CGIL Nazionale per la Polizia Penitenziaria ha sottolineato l’urgenza di un piano di assunzioni per il personale penitenziario, evidenziando la carenza d’organico che compromette gravemente la gestione delle carceri italiane.
Carcere di Salerno: un tentativo di suicidio che mette in luce l’emergenza
Nel carcere di Salerno, ieri mattina, un detenuto italiano ha tentato il suicidio procurandosi un taglio alla gola. È stato salvato grazie all’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria, ma questo episodio rappresenta solo la punta dell’iceberg. Il carcere di Salerno è teatro di numerosi eventi critici, spesso causati da detenuti con problemi psichiatrici, che mettono costantemente sotto pressione il personale penitenziario.
Orlando Scocca della FP CGIL Campania ha evidenziato il livello di stress a cui sono sottoposti i poliziotti penitenziari, dovuto alla costante emergenza e alla mancanza di organico.
Carcere di Rossano: tentato omicidio di un agente appena assunto
A Rossano, un detenuto albanese ha tentato di strangolare un agente di Polizia Penitenziaria con poche settimane di servizio alle spalle. L’aggressione è stata scatenata da una richiesta assurda da parte del detenuto, evidenziando un livello di aggressività premeditata. Questo episodio rappresenta solo uno dei tanti trasferimenti “per ordine e disciplina” che sono in aumento, creando ulteriori difficoltà per l’amministrazione penitenziaria nel gestire la crescente popolazione detenuta.
A riferirlo è il Coordinatore regionale per la Calabria Angelo Boeti della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Per fortuna sono subito intervenuti i pochi colleghi presenti in servizio che hanno soccorso il collega che ha riportato comunque 15 giorni di prognosi per valutare con sicurezza i danni dell’aggressione. Il detenuto, che sta scontando una pena definitiva, non è nuovo ad aggressioni violente nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria ed è stato più volte richiesto un suo trasferimento per motivi di ‘ordine e sicurezza’ previsto per i detenuti che commettono gravi azioni verso i Poliziotti o gli altri detenuti.”
Carcere di Taranto: un Ispettore aggredito senza motivo
A Taranto, un detenuto ad alta sicurezza ha aggredito un Ispettore di Polizia Penitenziaria con calci e pugni, senza alcun motivo apparente. Questo episodio, oltre a mettere in luce la pericolosità degli aggressori, sottolinea la sensazione di impunità che sta dilagando tra i detenuti nelle carceri italiane. La richiesta di un piano di assunzioni è nuovamente emersa, poiché il governo sembra incapace di affrontare il crescente problema della carenza d’organico all’interno del sistema penitenziario.
A parlarne è Cosimo Sardelli Segretario Generale FP CGIL Taranto: “L’aggressore pretendeva di essere trasferito in un altro carcere a sua scelta. Una richiesta evidentemente assurda e pretestuosa, segno anche di una premeditazione all’aggressione che poi ha messo in atto.”
“Dopo l’aggressione, sono seguite le minacce di morte all’Ispettore – prosegue Sardelli – che dimostra anche il livello di sensazione di impunità raggiunto dalla popolazione detenuta all’interno delle carceri. Il carcere di Taranto ormai è fuori controllo: lo stress lavorativo per i Poliziotti ha raggiunto livelli insopportabili. Ogni giorno aggressioni al personale in servizio, turni di 12 o 18 ore consecutive. Diritti dei lavoratori negati persino per le Poliziotte che devono utilizzare l’unico bagno in condivisione con gli uomini. La carenza di Ispettori e Sovrintendenti non è più sostenibile. Nella serata di ieri 22 settembre, nel reparto femminile, una detenuta tentava di impiccarsi e, come succede spesso, era presente solo una Agente nella Sezione perché il restante personale era stato utilizzato per coprire altri posti di servizio. La FP CGIL di Taranto per la Polizia Penitenziaria, chiede una nuova urgente organizzazione del lavoro con l’impiego di tutti gli Ispettori e Sovrintendenti all’interno dei Reparti detentivi.”
Richiesta di intervento urgente del governo
In sintesi, è urgente che il governo prenda misure concrete per affrontare l’emergenza nelle carceri italiane. Un piano di assunzioni, l’adeguata formazione del personale per gestire detenuti con problemi psichiatrici e l’attuazione di nuove politiche di organizzazione del lavoro sono passi fondamentali per garantire la sicurezza sia dei detenuti che del personale di Polizia Penitenziaria. La situazione attuale non può essere più ignorata, e il governo deve agire ora per evitare tragedie future e ripristinare la fiducia nel sistema carcerario italiano.
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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa