Nel 2022 l’Erario ha incassato 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e contributive, recuperando in un solo anno 20,2 miliardi di evasione. Sempre sul fronte delle entrate, trend positivo anche in questa prima parte del 2023.

Nel 2022 sono stati recuperati 20,2 miliardi di evasione e ‘bloccato’ 9,5 miliardi di frodi. Il trend positivo è stato rilevato dall’ufficio studi della Cgia di Mestre, che cita dati del ministero dell’Economia e delle Finanze. Sempre secondo il Mef, nei primi tre mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, le entrate tributarie e contributive sono cresciute complessivamente di 4,7 miliardi di euro, quindi del +2,7%.

Cgia: “Nei prossimi 4/5 anni evasione fiscale in Italia ridotta della metà”

La Cgia osserva: “Se riusciremo a contrastare con maggiore incisività l’economia sommersa, faremo pagare le tasse alle multinazionali del web e ai colossi dell’e-commerce presenti nel nostro Paese, riusciremo a incrociare in maniera efficace le 161 banche dati fiscali che possiede la nostra amministrazione finanziaria e, infine, assisteremo a una seria riforma del fisco che tagli strutturalmente il peso del fisco su tutti i contribuenti”. L’ufficio studi ha, inoltre, voluto sottolineare che “non è da escludere che nel giro dei prossimi 4/5 anni l’evasione fiscale presente in Italia possa addirittura ridursi della metà, allineandosi così al dato medio europeo”.

La necessità di una riforma fiscale

Intanto, in attesa dell’approvazione dei decreti attuativi, l’Ufficio studi della Cgia dichiara che “una riforma fiscale importante che abbia l’ambizione di definirsi tale deve, innanzitutto, indicare preventivamente quanto costa e dove si recuperano le coperture, dopodiché ha il compito di conseguire, in tempi ragionevolmente brevi, almeno altri tre obiettivi: la riduzione del carico fiscale a famiglie e imprese, la semplificazione del rapporto tra il fisco e il contribuente e la riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale“.

Il mancato raggiungimento di questi punti, secondo l’associazione, “costituisce un serio pericolo che la stessa sia destinata a fallire o comunque non in grado di dare una seria risposta alle tante istanze sollevate dai contribuenti italiani che da decenni chiedono un fisco più equo e meno complicato”.

Fonte Agi

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