Insegnanti, operatori sanitari e forestali. Sono alcune delle categorie per cui, secondo la Commissione europea, l’Italia “non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato”. Il nostro Paese ha due mesi per rimediare alle mancanze, altrimenti rischia un processo alla Corte di Giustizia europea.

La Commissione europea ha deciso di inviare un parere motivato al nostro Paese per il recepimento non corretto della direttiva che impone di non discriminare a danno dei lavoratori a tempo determinato e obbliga gli Stati membri a disporre di misure per prevenire e sanzionare l’utilizzo abusivo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato

La vicenda

La Commissione aveva avviato la procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora alle autorità italiane nel luglio 2019, seguita da una lettera complementare di costituzione in mora nel dicembre 2020. Sebbene l’Italia abbia fornito spiegazioni, la Commissione le ha ritenute non soddisfacenti. Ora il governo ha due mesi per rimediare alle carenze individuate dalla Commissione. Poi l’esecutivo di Bruxelles potrebbe decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. 

Le categorie di lavoratori interessate

“La normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia. Tra questi, insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola pubblica, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e del settore operistico, personale degli istituti pubblici di ricerca, lavoratori forestali e volontari dei vigili del fuoco nazionali“, ha spiegato la Commissione europea aggiungendo che “alcuni di questi lavoratori hanno anche condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato“.

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Il ministro Zangrillo: “Ho voluto una norma per stabilizzare gli assunti”

Proprio i contratti a tempo determinato nella Pubblica amministrazione sono al centro dell’attenzione. Quelli legati al Pnrr sono un ostacolo alla ricerca di alcune figure professionali importanti nell’attuazione del Piano. “Ho voluto fortemente una norma per stabilizzare chi è stato assunto, con procedura selettiva, con un contratto a termine. Se ha maturato 36 mesi di lavoro nella Pubblica amministrazione e riceverà una valutazione positiva, allora potrà essere stabilizzato dalle amministrazioni che l’hanno assunto”, ha detto a Repubblica il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.

Le altre decisioni della Commissione europea

Un altro parere motivato è stato inviato da Bruxelles per la non corretta attuazione delle norme della direttiva sui ritardi di pagamento. Secondo palazzo Berlaymont, l’Italia non è conforme quanto riguarda il settore sanitario nella Regione Calabria. Per l’esecutivo comunitario quest’ultima può effettuare pagamenti nel settore sanitario al di là dei limiti temporali fissati dalla direttiva. Due procedure di infrazione sono state avviate per il non completo recepimento delle norme comunitarie sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi per i disabili e per il recepimento “non pienamente conforme” di tutte le disposizioni della direttiva sui lavoratori stagionali.

Fonte Agi

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