L’Italia non ha ancora superato la verifica della Commissione europea sugli obiettivi da raggiungere nella seconda metà del 2022 ed è già in ritardo su quelli del primo trimestre del 2023. Ecco qual è la situazione.
La Commissione europea non ha ancora erogato la terza rata del Pnrr e l’Italia è già in ritardo sugli obiettivi volti a far ottenere al nostro Paese la quarta. L’esecutivo di Bruxelles a fine marzo ha concordato con il governo di prolungare di un mese le “attività tecniche di campionamento e verifica”. Restano così congelati i 19 miliardi di euro che l’Italia avrebbe dovuto ricevere per le riforme e gli investimenti portati a compimento nella seconda metà del 2022.
A fine marzo raggiunto il 71% degli investimenti
Anche i 16 miliardi di euro legati al primo semestre del 2023 non saranno facili da ottenere. OpenPolis ha calcolato che è stato raggiunto il 90,78% delle riforme e il 71,14% degli investimenti programmati entro fine marzo. Questi ritardi non incidono per ora sulla valutazione della Commissione europea – che è semestrale – ma spiegano perché il governo Meloni stia cercando di rinegoziare il Pnrr.
L’Italia è il maggior beneficiario in tutta l’Ue
L’Italia è il maggior beneficiario del Next Generation Eu, anche perché ha chiesto di ricevere sia i soldi a fondo perduto (non regalati, ma pagati col bilancio europeo) sia i prestiti. Al nostro Paese sono stati assegnati 191,48 miliardi di euro (di cui 68,88 in sovvenzioni). Il secondo maggior beneficiario è la Spagna, che ha rinunciato ai prestiti e riceverà ‘solo’ 69,51 miliardi di contributi a fondo perduto. Proprio il governo di Madrid è l’unico che ha fin qui ricevuto il terzo bonifico da Bruxelles. L’Italia ha davanti a sé una strada in salita. Come anticipato da upday a gennaio, nel 2023 per la prima volta gli obiettivi quantitativi (target) sono più di quelli qualitativi (milestone).
Gli obiettivi qualitativi da raggiungere: idrogeno protagonista
Da un documento visionato da upday, emerge che nel primo trimestre del 2023 l’idrogeno ha un ruolo importante. Il Pnrr prevede l’aggiudicazione dei progetti di produzione del più leggero elemento chimico sulla tavola periodica in aree industriali dismesse, la “notifica dell’aggiudicazione di (tutti gli) appalti pubblici” per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno e ancora l’assegnazione delle risorse per realizzare nove stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie. Le prime due milestone sono in ritardo, la terza è stata completata nei tempi.
Gli obiettivi raggiunti vanno mantenuti
Semplificando, il Pnrr funziona come una verifica di fine anno. Se uno prende la sufficienza a settembre, non può scordarsi quanto studiato. Perché a maggio gli verrà richiesto nel test finale. Non si possono rivedere riforme già approvate che sono servite a ottenere i fondi di una rata precedente. E, una volta conseguito un obiettivo, deve essere raggiunto in tutti gli anni seguenti fino al 2026.