Il problema delle case occupate e degli inquilini abusivi è molto diffuso in Italia. La normativa di legge su questi argomenti spesso è sconosciuta a chi si ritrova a far fronte a situazioni di questo genere. Ecco una guida sul tema.
L’occupazione abusiva di un immobile è illegale e può essere punita con il carcere, oltre a giustificare una condanna al risarcimento dei danni. Come sottolinea un’analisi di Immobiliare, tuttavia, spesso questo non è sufficiente. Perché il vero problema è come, a livello pratico, liberare una casa occupata da inquilini abusivi o morosi.
Differenza tra inquilino moroso e inquilino abusivo
Occorre prima di tutto distinguere il caso in cui l’occupazione abbia avuto inizio con un’azione violenta – ad esempio forzando la serratura della porta d’ingresso o una finestra – da quello in cui l’immobile venga consegnato spontaneamente a una persona che, una volta scaduto il contratto, si rifiuta di andarsene. La stessa situazione si verifica quando l’inquilino, dopo aver smesso di pagare l’affitto, rimane all’interno dell’appartamento.
La procedura semplificata per l’intimo di sfratto
In quest’ultimo caso, la legge prevede una procedura semplificata per liberare l’immobile occupato nel minor tempo possibile che prendo il nome di intimazione di sfratto per morosità. Il proprietario di casa può rivolgersi al giudice per ottenere un provvedimento con il quale viene ordinato all’inquilino che non paga l’affitto di andarsene entro 30 giorni.
A differenza dell’inquilino moroso, però, quello abusivo gode di una maggiore tutela e questo perché continua a pagare un prezzo per l’uso dell’immobile: così il giudice può ordinare la liberazione dell’immobile in 6 mesi oppure anche in 12 mesi.
In caso di contratto assente
Se tra le parti non è stato stipulato un regolare contratto di locazione il proprietario non può utilizzare la procedura di sfratto per morosità o per finita locazione. Lo stesso vale anche se il contratto esiste ma non è stato registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
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In questa situazione, se l’inquilino non lascia l’immobile volontariamente, il proprietario non può fare altro che rivolgersi al tribunale avviando un giudizio ordinario di occupazione abusiva o senza titolo, cioè una causa molto più lunga e costosa di uno sfratto, che potrebbe richiedere anche diversi anni.
Come liberare una casa occupata
Se un abusivo viene colto sul fatto mentre occupa un’abitazione si può richiedere l’intervento immediato delle forze dell’ordine che provvederanno a far uscire l’occupante senza che sia necessario rivolgersi al giudice per ottenere un ordine di sgombero. Ovviamente, tra le parti non ci deve essere alcun accordo o contratto.
Se però l’occupante non viene colto sul fatto non è più possibile ricorrere alle forze dell’ordine per allontanarlo, ma è necessario rivolgersi al giudice.
A questo punto si può agire in due modi:
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avviare una causa urgente per richiedere al tribunale di essere reintegrati nel possesso dell’immobile occupato abusivamente da un terzo, dimostrando semplicemente la condotta illegittima di quest’ultimo;
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effettuare un’azione di rivendicazione, che richiede, però, la prova della proprietà dell’immobile occupato, ovvero producendo l’atto di proprietà del bene tipo il rogito notarile o il contratto di donazione.
Quali le pene per chi occupa abusivamente un immobile
Occupare abusivamente un immobile costituisce anche un reato punito con il carcere da 1 a 3 anni e con una multa da 103 a 1.032 euro. La pena aumenta fino a 4 anni di carcere e a 2.064 euro di multa se il fatto è commesso da un soggetto armato o da più di 5 persone.