Per la prima volta da quasi due anni, la ricchezza prodotta in Italia è diminuita rispetto ai tre mesi precedenti. È successo nel quarto trimestre del 2022. A stimarlo è l’Istat. Il Pil di tutto l’anno è invece cresciuto oltre le previsioni del governo.
Non accadeva dal 2020. Il Prodotto interno lordo italiano è calato dello 0,1% nel quarto trimestre del 2022 rispetto ai tre mesi precedenti. Troppo presto per parlare di una recessione – quella tecnica si ha quando si verificano due trimestri di calo consecutivi – ma è un primo segnale di rallentamento dell’economia.
Istat: “Una lieve flessione”
L’Istat parla di “una lieve flessione” nel presentare la sua stima preliminare. In effetti, si tratta di una riduzione davvero esigua e che andrà confermata dalle stime definitive in sede di conti economici trimestrali. Ma, come si vede nel grafico sotto, è la prima dopo sette trimestri consecutivi di crescita. La ricchezza prodotta in Italia è invece cresciuta dell’1,7% su base annuale, ossia rispetto agli ultimi tre mesi del 2021.
Perché il Prodotto interno lordo è calato
È diminuito il valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria. Il valore aggiunto è la differenza fra il valore della produzione di beni e servizi e i costi sostenuti da parte delle aziende per l’acquisto di input produttivi. Semplificando, se una fabbrica vende un automobile a 10mila euro e spende 9mila euro per attrezzatura e macchinari, il valore aggiunto è di mille euro. A crescere è stato invece il valore aggiunto dei servizi, ossia delle attività comprese nel cosiddetto settore terziario: telecomunicazioni, commercio, trasporti, assicurazioni e molte altre.
Il Pil è andato meglio delle attese del governo
L’Istat ha fornito anche un dato sull’andamento del Pil nell’intero 2022. È aumentato del 3,9% rispetto al 2021 confermando le precedenti previsioni dell’Istituto nazionale di statistica. Che rivede però al rialzo di 0,2 punti percentuali la stima del governo Meloni contenuta nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza.
Crescita acquisita nel 2023 dello 0,4%
L’Istituto nazionale di statistica fornisce anche un altro dato. Ipotizziamo che la somma di consumi, investimenti, spesa pubblica e saldo della bilancia commerciale (esportazioni meno importazioni) – questo è uno dei modi per calcolare il Pil – resti invariata nel 2023 rispetto a questo quarto trimestre. Quest’anno l’economia italiana crescerebbe dello 0,4%: si tratta della cosiddetta variazione acquisita.
Il Pil cresce ancora nell’Eurozona
Come si vede dal primo grafico qui sopra, anche nell’Eurozona la variazione del Prodotto interno lordo nel quarto trimestre è stata minima ma ha avuto un segno positivo: più 0,1% rispetto al periodo luglio-settembre. Lo mostrano le stime preliminari dell’Eurostat che descrivono una crescita del Pil dell’1,9% rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Secondo una prima stima, il Prodotto interno lordo nell’Eurozona è cresciuto del 3,5% nell’anno appena concluso.