La Guardia di finanza ha divulgato i dati sui controlli effettuati nel mese di gennaio per verificare i prezzi applicati dai distributori di benzina. Dai rilievi sono emerse 989 violazioni, su un totale di 2.518 interventi.
Nel solo mese di gennaio 2023 la Guardia di finanza ha eseguito 2.518 interventi, contestando 989 violazioni alla disciplina prezzi, di cui 341 per mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati e 648 per omessa comunicazione al ministero. È quanto emerge dai dati sui controlli effettuati dalla Gdf nell’ultimo mese, riferiti dal colonnello Alberto Nastasia, capo Ufficio tutela uscite e mercati del comando generale della Guardia di finanza, in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera.
I dati relativi al 2022
Nel corso dell’intero 2022, invece, sono stati eseguiti 5.187 interventi sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, da cui sono emerse 2.809 violazioni alla relativa disciplina. In particolare, 717 sono relative alla mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati e 2.092 afferiscono a violazioni agli obblighi di comunicazione”
Unc: “Dalla Gdf dati gravissimi”
“Dati gravissimi. Il fatto che il 39,3% dei benzinai sia stato multato, nonostante a gennaio fossero sotto osservazione, attesta l’ampia diffusione delle irregolarità. Insomma, il fatto che, come abbiamo sempre sostenuto, a gennaio non abbiano speculato sul rialzo dei prezzi, dovuto invece al Governo Meloni, non vuol dire che la categoria sia da assolvere” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.
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“Ecco perché rasenta il ridicolo che ora il governo, invece di triplicarle, abbassi le multe per chi non comunica i prezzi al ministero o li espone difformi, passando dai vigenti 516 euro a 200 euro. Un premio invece di una punizione. Quanto alla sospensione dell’attività, è diventata una chimera visto che ora potrà avvenire solo dopo 4 omesse comunicazioni settimanali nell’arco di 60 giorni e non più dopo tre violazioni senza limiti temporali anche non consecutivi, come era nella formulazione del decreto n. 5 pubblicata in Gazzetta”, conclude Dona.