Le forze dell’ordine hanno passato al setaccio il secondo covo dell’ex super-latitante Matteo Messina Denaro, il boss mafioso arrestato a Palermo lunedì 16 gennaio. Sequestrato materiale vario e alcuni documenti.

Il locale blindato – che gli investigatori definiscono anche ‘stanza riservata’ – è stato individuato a Campobello di Mazara, in via Maggiore Toselli, nel centro del paese, vicino alla casa di vicolo San Vito dove Matteo Messina Denaro ha passato gli ultimi sei mesi della sua latitanza.

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È all’interno dell’immobile di una palazzo a due livelli, al piano terra nel quale si accederebbe facendo scorrere il fondo di un armadio. Materiali, diversi oggetti e documenti sarebbero stati trovati nel covo-bunker che sarebbe in uso al boss, ricavato nella casa il cui proprietario sarebbe il fratello di un condannato per mafia, ora libero dopo una sentenza a 14 anni di carcere. I due sono ritenuti vicini alla famiglia del capomafia.

Sarebbe stato il proprietario a fornire la chiave della stanza. Quanto trovato è stato sequestrato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza – alla presenza del procuratore aggiunto Paolo Guido – in azione insieme al Ris che ha perlustrato l’immobile alla ricerca di tracce biologiche significative che possano ricondurre all’ex padrino di Castelvetrano.

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Di chi è il secondo covo di Messina Denaro

L’appartamento in questione è di proprietà di Errico Risalvato che nel 2019 subì una perquisizione assieme ad altri presunti fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro. Il fratello Giovanni è invece considerato molto vicino al boss Castelvetranese e ha finito di scontare da poco una condanna a 14 anni. In questa abitazione, la stanza con un armadio dal fondo scorrevole che celava una porta blindata, ha riservato alcune scoperte ora al vaglio: all’interno di questo spazio diverse scatole, alcune vuote, altre con vari documenti. A questo nuovo sito si è giunti incrociando anche alcuni dati provenienti da una attivita investigativa della Guardia di finanza.

Le perquisizioni nella prima abitazione

Vestiti e profumi di marca, decine di scarpe modello sneaker, anche costose, diversi modelli di occhiali ray-banun frigorifero ben rifornitoricevute di ristoranti. Sono alcuni degli elementi rinvenuti nell’appartamento di via Cb. 31, a Campobello di Mazara, il primo covo usato dal boss Matteo Messina Denaro fino al suo arresto.

Il monito del Garante: “Pubblicazione dei referti eccessiva”

“Anche in casi di vicende di assoluto interesse pubblico, riguardanti persone che si sono macchiate di crimini orribili, la pubblicazione integrale di referti, o la diffusione di dettagli particolareggiati presenti nelle cartelle cliniche relativi a patologie, non appare giustificata“. Lo scrive il Garante per la protezione dei dati personali. Il Garante “richiama l’attenzione di media, siti web e social media al rigoroso rispetto del principio di essenzialità fissato dalle Regole deontologiche per l’attività giornalistica”. “L’Autorità – si legge in una nota – ha già avviato iniziative di sua competenza“.

Fonte Agi

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