La presidente del Consiglio Giorgia Meloni difende l’abolizione dello sconto sulle accise sottolineando che il governo ha preferito dedicare le risorse ad aiuti più mirati. Ma il programma di Fratelli d’Italia, non quello congiunto del centrodestra, prevedeva la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”.
La presidente del Consiglio ha rivendicato il mancato rinnovo dello sconto sui carburanti nel consueto appuntamento video “Gli appunti di Giorgia”, pubblicato sui social: “Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle piccole e medie imprese”.
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Taglio delle accise nel programma di Fdi, non in quello del centrodestra
Come ripreso da molti utenti sui social, nel programma di Fratelli d’Italia era indicata la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”. Il taglio delle accise non era però presente nell’accordo quadro del centrodestra. Inoltre, l’attuale premier nel 2019, durante la campagna elettorale per le elezioni europee, aveva criticato il governo Conte I chiedendo la progressiva abolizione delle accise sui carburanti.
La difesa di Giorgia Meloni
La presidente del Consiglio ha detto che il governo “ha deciso di concentrare i dieci miliardi di risorse per aiutare le famiglie più bisognose“. Aggiungendo: “Il prezzo della benzina lo sto monitorando e i dati che ho sentito non tornano: non è a 2,5 euro al litro ma il dato verificabile del prezzo medio della benzina in Italia la scorsa settimana era di 1,812 euro al litro”. Meloni fa riferimento al prezzo medio settimanale comunicato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (peraltro con qualche difetto di comunicazione). Secondo la premier, “il governo ha confermato la scelta del precedente governo sul congelamento del taglio delle accise, che era una misura temporanea”.
Attaccano le opposizioni (ma non Cottarelli)
La capogruppo del Partito democratico alla Camera dei Deputati Debora Serracchiani ha criticato duramente la presidente del Consiglio: “Dopo anni di promesse, slogan e voce grossa, con la Premier Giorgia Meloni la mancata proroga del taglio delle accise provoca l’impennata del costo dei carburanti. Che scandalo lo diciamo noi. Basta chiacchiere”.
Critiche anche dal senatore ed ex ministro del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli: “L’incredibile destra italiana devota al libero mercato, grida allo scandalo della speculazione dopo aver cancellato la riduzione (statale) delle accise sui carburanti. Il contrappasso della storia“.
Attacchi anche dal Terzo Polo con il leader di Italia Viva Matteo Renzi che scrive su Twitter: “Dopo aver aumentato le accise Meloni e Salvini si domandano preoccupati chi abbia fatto impennare il prezzo della benzina. Per avere la risposta non serve una commissione di inchiesta, è sufficiente che si facciano un selfie“. “Falso, lo avevate promesso nel programma. Secondo si sarebbe potuto intanto finanziare fino a marzo, come gli altri interventi, con un costo di 2,2 miliard, abbondantemente coperto dal decoupling. Come vi avevamo proposto. Il quadernino è molto dolce, però cerchiamo di essere seri”, critica online il leader di Azione Carlo Calenda, replicando alla premier Giorgia Meloni in tema di accise.
Intanto, un’approvazione a quanto deciso dal governo è arrivata dal senatore del Partito democratico Carlo Cottarelli: “In un momento come questo, in cui le disponibilità economiche non sono molte, i sussidi vanno dati solo a chi ne ha davvero bisogno“. L’ex Direttore del dipartimento finanza pubblica del Fondo monetario internazionale ha aggiunto: “La detassazione della benzina e del gasolio sarebbe un sussidio dato a tutti, anche a chi va a fare benzina in Ferrari“.