Preoccupa l’aumento del prezzo di benzina e gasolio in Italia. In alcuni casi, il diesel ha sfiorato i 2,5 euro al litro. Il ministero dell’Economia fa sapere che entro la prossima settimana saranno diffusi i dati sui controlli ai distributori, mentre il ministro Salvini annuncia che ne discuterà con la premier Meloni. Dalla Coldiretti l’allarme per l’incremento dei costi della spesa.

I prezzi dei carburanti sono in aumento dall’inizio dell’anno dopo lo stop al taglio delle accise. Nella giornata di sabato sono stati registrati distributori con il gasolio che ha sfiorato i 2,5 euro al litro e a Roma sono stati superati i 2 euro al litro per la benzina. Dal governo arrivano i primi segnali di risposta con misure per fermare eventuali speculazioni. Intanto, le associazioni dei consumatori e l’opposizione chiedono misure più incisive per aiutare gli italiani.

Il Mef: “Monitoriamo per evitare fenomeni speculativi”

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, già a dicembre ha dato mandato alla guardia di finanza di monitorare la situazione per evitare fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti in seguito allo stop degli sconti sulle accise. Lo riferiscono fonti del Mef, confermando quanto anticipato da alcuni quotidiani. Le stesse fonti spiegano che la prossima settimana verranno resi noti i risultati dei controlli effettuati.

“Ho già chiesto nelle scorse settimane a Mister Prezzi (il garante per la sorveglianza dei prezzi in Italia, ndr) un costante monitoraggio con la collaborazione della guardia di finanza per realizzare un modello di controllo più efficiente e evidenziare subito ogni anomalia e ogni tentativo di speculazione, come sembra siano emersi in alcuni casi eclatanti e non giustificabili in questi giorni”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “La prossima settimana riunirò le associazioni dei consumatori per confrontarci sugli strumenti più idonei”, ha aggiunto il ministro.

Salvini: “Speculazione in corso”

“Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio. Sicuramente c’è della speculazione in corso, ed è bene che la Finanza faccia dei controlli”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini parlando con i giornalisti in Prefettura a Como a margine di un incontro con i sindaci del lago. “Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 euro e altri a 2,40 – ha aggiunto – Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo. Porterò il ragionamento a livello di governo”.

Squeri (FI): “Il governo non alimenti il malcontento cittadini”

“Governo e maggioranza, avendo poche risorse disponibili, hanno legittimamente scelto di non rinnovare gli sconti sulle accise sulla benzina, dando priorità al contrasto del caro bollette. Una decisione condivisibile che non può, però, generare una ‘caccia al colpevole’ per i prezzi alla pompa, il cui aumento dal primo gennaio è dovuto all’incremento della componente fiscale”. Lo ha dichiarato il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia, Luca Squeri.

“In Italia abbiamo le accise più alte del mondo sul gasolio e tra le più alte sulla benzina. Di contro, il prezzo industriale dei carburanti è nettamente inferiore alla media europea. Non c’è, dunque, alcuna speculazione da parte degli impianti di distribuzione. Sarebbe, pertanto, opportuno che il governo evitasse di alimentare il pur comprensibile malcontento degli automobilisti per gli aumenti e spiegasse che c’è l’impegno a creare le condizioni che consentano una diminuzione delle tasse sui carburanti”, ha aggiunto Squeri.

De Micheli: “Azzerare le accise”

Dure critiche nei confronti dell’esecutivo arrivano dall’opposizione. “Occorre azzerare subito le accise sui carburanti che penalizzano le famiglie e il lavoro. Il Governo si occupi dei problemi delle persone invece di vivere nell’iperuranio dell’autonomia regionale che farebbe soltanto crescere le disuguaglianze fra Nord e Sud”. Lo ha scritto su Twitter la candidata alla segreteria del Partito Democratico Paola De Micheli.

Malan difende il governo

“Sul caro carburanti le opposizioni, specie la sinistra, hanno una bella faccia tosta. In dieci anni di governo non hanno tagliato di un euro le accise e adesso, mistificando la realtà, cercano di nascondere il loro fallimento addossando responsabilità al governo Meloni. Sul rialzo dei costi dell’energia non siamo rimasti a guardare, stanziando subito importanti risorse, circa 30 miliardi di euro di cui 21 in questa manovra. La causa dei prezzi di questi giorni, comunque inferiori a quelli di marzo e giugno scorsi, sono in parte dovuti a speculazione. Il governo ha deciso di non proseguire l’intervento provvisorio di taglio delle accise sul carburante, preferendo destinare queste risorse a famiglie, lavoratori e imprese”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.

“Continuare altri tre mesi di taglio avrebbe comportato la rinuncia al taglio del cuneo fiscale o alle misure per imprese, famiglie, sostegno sociale. Tuttavia è chiaro che il governo si riserva ogni scelta, come quella immediata di riscontrare attraverso controlli le possibili speculazioni, e quella strutturale del taglio delle accise sulla benzina che per Fratelli d’Italia e il governo Meloni resta un obiettivo. È nel programma di governo e lo faremo durante la legislatura”, ha aggiunto

Coldiretti: “Il caro prezzi colpisce l’88% della spesa”

“In un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori“. È quanto si legge in una nota della Coldiretti in riferimento all’avvio del monitoraggio della Guardia di Finanza contro anomalie e speculazioni sui prezzi alla pompa.

“A subire le conseguenze dei rincari – sottolinea la Coldiretti – è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad un terzo sul totale dei costi per frutta e verdura. Un effetto preoccupante dopo che l’impennata dell’inflazione ha già pesato sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi di euro in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole”.

Fonte Agi

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