Le mossa è arrivata al termine di una giornata molto concitata che ha visto le forze di maggioranza e opposizione andare di nuovo allo scontro. “Nessun Governo ha mai trattato il Parlamento a questo modo”, attacca Letta mentre Conte lamenta che si voterà un testo su cui non c’è stata una vera discussione.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha posto, a nome del governo, la questione di fiducia sulla legge di bilancio in discussione alla Camera. La mossa è arrivata al termine di una giornata molto concitata che ha visto il provvedimento approdare prima in Aula e poi tornare di nuovo in Commissione bilancio: un imprevisto dovuta alla necessità di correggere una norma che risultava senza coperture e di rimettere mano al provvedimento dopo i rilievi della Ragioneria di Stato. La seduta è stata caratterizzata da un duro scontro tra maggioranza e opposizione.

Valanga di critiche dalle opposizioni

La seduta in Aula è rimasta sospesa per tutto il pomeriggio. Lo stop ha fatto insorgere le opposizioni, che accusano il governo di non lasciare tempo sufficiente al parlamento di discutere del provvedimento. “Se al parlamento togli la legge di Bilancio, diceva la Meloni contro il governo Conte, non c’è più democrazia del Parlamento”, ha affermato il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un video. “Quando la legge di Bilancio la facevamo noi c’era il dibattito parlamentare. Qui no, lavorano di notte, last minute, tagliano i soldi ai giovani per darli ai presidenti delle società di calcio”.

Giuseppe Conte, presidente del M5s, ha lamentato che si troveremo a votare una fiducia sulla manovra senza una vera discussione. ‘”Siamo molto preoccupati perché questo gioco dell’oca viene giocato sulla pelle di tutti i cittadini“. Molto duro anche il segretario del Pd, Enrico Letta. “Siamo oltre ogni limite immaginabile. Nessun Governo si è mai comportato così. Nessun Governo ha mai trattato il Parlamento a questo modo”, ha affermato.

La difesa del governo

Nel pomeriggio, l’esecutivo aveva respinto le critiche arrivate sui tempi ristretti per approvare la Manovra. In un incontro coi parlamentari del suo partito, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riconosciuto che sono stati giorni complessi e che ci sono degli aspetti che si possono migliorare. Tuttavia, ha aggiunto, “mi pare che rispetto a chi auspicava e prefigurava una partenza di questo Governo e di questa maggioranza come una catastrofe, tutto il racconto che è stato fatto contro di noi gli sta simpaticamente tornando indietro come un boomerang“.

Della stessa posizione anche il ministro dei Rapporti con il parlamento Luca Ciriani. “Stiamo rispettando i tempi che ci siamo dati, c’è stato un piccolo contrattempo ad un errore tecnico, ma penso che la manovra entro la notte di domani o sabato mattina sarà approvata”, aveva assicurato. La Manovra deve essere approvata sia dalla Camera che dal Senato prima della fine dell’anno, pena il cosiddetto esercizio provvisorio. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, il via libera da parte di Montecitorio non arriverà prima della tarda mattinata di sabato 24 dicembre.

La discussione sugli emendamenti

I tempi ristretti per discutere la manovra in Aula non sono l’unico motivo di scontro tra il governo e le forze di opposizione. Nelle ultime ore è finito al centro della polemica anche su un emendamento a prima firma di Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, che prevede la possibilità di cacciare animali selvatici in città per tutelare la salute pubblica e la sicurezza stradale.

Le associazioni del mondo del turismo si sono invece scagliate contro un emendamento che permette ai capoluoghi di provincia che hanno avuto presenze turistiche 20 volte superiori ai residenti di alzare la tassa di soggiorno fino a 10 euro per notte. Secondo Federturismo “è un provvedimento che in una fase di riavvio del turismo rischia di compromettere il delicato recupero di destinazioni che stavano appena rialzando la testa, di caricare di ulteriori costi i turisti e di burocrazia gli albergatori”. Della stessa opinione anche il presidente di Assoturismo, che parla di una “stangata” da evitare assolutamente. “Si rischia di scoraggiare i visitatori, soprattutto le famiglie, offrendo loro un incentivo per ridurre la durata del soggiorno, e di spingere fuori mercato le città d’arte. L’esatto contrario di quello che dovremmo fare”.

Fonte Adnkronos

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