Secondo un’indagine Istat, nel 2020 il cuneo fiscale continuava a superare il 45% del lavoro nonostante un calo rispetto al 2019. Dai dati si evince anche che i benefici fiscali introdotti sono andati soprattutto a vantaggio dei salariati con un reddito familiare medio-alto.

Nel 2020 il cuneo fiscale e contributivo, ossia la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, è stata pari in media a 14.600 euro. È quanto rileva l’Istat nell’indagine “Reddito e condizioni di vita”, spiegando che i contributi sociali dei datori di lavoro pesano per un 24,9%, mentre un altro 20,6% dello stipendio ‘si perde’ a causa delle imposte dirette e dei contributi sociali. Insieme, queste voci costituiscono il 45,5% del costo del lavoro.

Com’è cambiato il costo del lavoro negli anni

L’Istat rileva che tra il 2007 i contributi sociali dei datori di lavoro sono diminuiti del 4%, anche per l’introduzione di misure di decontribuzione mentre quelli dei lavoratori sono rimasti sostanzialmente invariati. Le imposte sul lavoro dipendente sono aumentate in media del 2%, mentre la retribuzione netta a disposizione dei lavoratori si è ridotta del 10%.

Restringendo il campo, si nota invece che rispetto al 2019 il valore del costo del lavoro è diminuito del 4,3% e nel 2020 è stato pari a 31.797 euro. La retribuzione netta a disposizione del lavoratore è pari a 17.335 euro, e costituisce poco più della metà del totale del costo del lavoro (54,5%).

L’impatto delle modifiche al cuneo fiscale

Nel suo report, l’Istat stima anche che nel 2020 la riduzione del cuneo fiscale (bonus Irpef e trattamento integrativo) abbia interessato 12,7 milioni di persone, per una spesa complessiva di 10,8 miliardi di euro di trasferimenti: 850 euro pro capite. Dai dati si evince anche che la maggior parte di queste persone era costituita da lavoratori dipendenti (56,9%) e che il beneficio fiscale è andato maggiormente a vantaggio dei salariati con un reddito familiare medio-alto.

L’Istat fa sapere anche che, con un’aliquota media del 22%, le coppie di anziani senza figli sono la tipologia su cui grava il maggior prelievo fiscale. Il carico fiscale è, invece, mediamente più basso in corrispondenza delle famiglie monopercettore con minori: le aliquote vanno dall’11,4% per le coppie con tre o più figli e almeno un minore, al 13,7% per le famiglie monogenitore con uno o più minori.

Fonte Adnkronos

Source link