L’Unione nazionale consumatori ha condotto il tradizionale studio sulle spese di Natale, stimando la top ten delle vendite 2022, non in base ai soliti sondaggi ma elaborando i dati Istat sulle vendite al dettaglio. Il caro prezzi impatta anche sulle abitudini di acquisto per i regali, che si orientano verso prodotti utili o verso quelli meno costosi.

I giocattoli vincono classificandosi al primo posto degli acquisti natalizi, come tradizione vuole. Al secondo posto gli elettrodomestici come tv, macchine da caffè elettriche, tostapane, rasoi elettrici, aspirapolveri, radiosveglie, videocamere. Ecco cosa troviamo in tutte le altre posizioni.

La top ten dei regali nel 2022

In terza posizione i prodotti per la cura della persona come profumi, dopobarba, cosmetici, creme viso-corpo, trousse trucchi che, rispetto allo scorso anno, perdono la medaglia d’argento, anche se per un’incollatura.

In quarta posizione, si collocano le dotazioni per l’informatica, la telefonia e le telecomunicazioni, come cellulari, cordless, computer, tablet, E-book reader, mobili per computer, stampanti, giochi elettronici. Poi i prodotti di cartoleria: libri, calendari, penne, agende, cartoline. Seguono i generi casalinghi: utensili da cucina, cristalleria da tavola, porcellane, ceramiche e vasellame. In settima posizione ci sono abbigliamento e pellicce (anche guanti e cinture non in pelle, cravatte), seguiti a ruota dalle calzature, articoli in pelle e da viaggio (anche valige, borse, portafogli, cinture in pelle. In nona posizione foto-ottica e strumenti musicali: macchine fotografiche, binocoli, microscopi, telescopi. Chiudono la top ten altri prodotti fra cui gioielli, orologi, cornici, oggetti d’oro o argento, fiori e piante.

Solo in undicesima posizione, fuori dalla top ten, ci sono alimentari e bevande. La voce include sia l’aumento di spesa che si verifica per il pranzo di Natale sia i regali a base di cibo, come panettoni, pandori, dolciumi, spumanti. L’incremento minore rispetto alle altre divisioni dipende come sempre dal fatto che la spesa alimentare è consistente durante tutto l’anno, a differenza di prodotti più specificatamente natalizi come i giocattoli.

Al dodicesimo posto, mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa: articoli per l’illuminazione, quadri, tovaglie, centri tavola.

Il peso del caro prezzi sulle abitudini di spesa a Natale

Quest’anno, poi, i prodotti alimentari e le bevande analcoliche hanno registrato una crescita dei prezzi che a novembre ha già toccato il +13,6%, pari a una maggior spesa media annua di 767 euro. Una batosta che sale a 1.046 euro per una coppia con 2 figli, 944 per una coppia con 1 figlio, 1.249 per le coppie con 3 figli.

Certo anche i prodotti natalizi hanno segnato variazioni record, come dimostra lo studio dell’associazione di settimana scorsa, ma le voci tipiche del Natale che hanno segnato l’impennata maggiore sono la frutta esotica e il pollame, saliti rispettivamente, secondo i dati definitivi di novembre, del 19 e del 18%. Niente a che vedere con il +51,4% dell’olio diverso da quello di oliva, il 49,6% dello zucchero, il 41,2% del burro, il 35,4% del riso o il 32,5% del latte conservato, per citare i cinque prodotti in testa alla classifica generale dei rincari alimentari.

Lo studio analizza, per ogni gruppo di prodotti, il rialzo delle vendite in valore, stilando la classifica di quelli che segnano il maggior incremento di spesa, non in euro quindi, non in valore assoluto, ma in termini percentuali rispetto alle vendite dei mesi precedenti. Quest’anno, però, non solo si stimano variazioni inferiori rispetto agli anni passati per molti gruppi di prodotti, ma anche un calo delle vendite in volume. Basta incetta di pandori e panettoni, insomma, che persino se in offerta promozionale si vendono a non meno di 4,99 euro, +25% rispetto ai 3,99 euro dello scorso anno. Il prezzo medio più praticato nella grande distribuzione, però, resta a 6,99 al chilo.

“La buona notizia è che la crisi e il caro cartone (le cartiere sono aziende energivore) hanno risolto, almeno per quest’anno, il fenomeno dell’overpackaging, ossia gli imballaggi appositamente abbondanti per ingannare il cliente sulle reali dimensioni del prodotto. Le confezioni di pandori e panettoni hanno fatto una drastica cura dimagrante e si sono finalmente rimpicciolite, tornando a valori normali” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

“La nostra è una classifica dei regali più graditi ma di quelli che vengono normalmente fatti, sulla base dei rialzi percentuali delle loro vendite. Si assiste ad uno spostamento verso i prodotti più necessari oppure quelli meno cari, in attesa di tempi migliori e della prossima bolletta” conclude Dona.

 

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