L’Organizzazione ha pubblicato il più recente Economic Outlook, dal titolo “Confronting the crisis”. Come si legge nel rapporto, per il nostro Paese alza al 3,7% le stime sul Pil rispetto a giugno. Crescita più bassa prevista invece nel 2023, lieve risalita nel 2024.
Il Pil italiano dovrebbe salire al 3,7% nel 2022 rispetto alla previsione del 2,5% nel mese di giugno, con una crescita crescita più bassa nel 2023 allo 0,2% (rispetto all’1,2% di giugno) per poi risalire all’1% nel 2024. A fare questa previsione è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) nell’ultimo Economic Outlook (dal titolo “Confronting the crisis“).
L’Ocse nel report riferisce anche che il tasso di disoccupazione in Italia quest’anno si attesterà al’8,1% per poi salire lievemente all’8,3% nel 2023 e all’8,5% nel 2024. in cui si sottolinea come il rapporto debito/Pil scenderà al 146,5% nel 2022, al 144,4% nel 2023 e al 143,3% nel 2024. In diminuzione anche il rapporto deficit/Pil che dal 5,6% di quest’anno scenderà al 4,7% del 2023 e al 3,8% del 2024.
Le motivazioni dell’Ocse
“Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno alla produzione delle aziende ad alta intensità energetica, mentre la diminuzione dei redditi a causa dell’elevata inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e il modesto aumento dell’export provocheranno un rallentamento della crescita della domanda“, spiega l’Ocse nel rapporto.
“La disoccupazione aumenterà e la partecipazione al mercato del lavoro diminuirà, con una contrazione dell’occupazione nel 2023. L’inflazione dovrebbe scendere solo gradualmente dal 10% circa alla fine del 2022, poiché il tetto al prezzo del gas sarà applicato solo nel 2023 e i recenti aumenti dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari innescheranno pressioni più ampie sui prezzi. L’inasprimento della politica monetaria sarà in parte compensata dai maggiori investimenti pubblici legati al Pnrr. La tempestiva attuazione dei nuovi investimenti, la riforma della legge sulla concorrenza e l’obiettivo efficace delle misure di sostegno alla crisi energetica saranno fondamentali per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile nel medio termine”, conclude l’Organizzazione.
L’analisi Ocse sulla situazione dell’economia globale
La panoramica dell’Ocse abbraccia poi un campo più largo. L’Organizzazione infatti spiega come l’economia globale sia alle prese con la maggior crisi energetica dagli anni ’70. Lo shock energetico ha spinto l’inflazione a livelli che non si vedevano da molti decenni e sta abbassando la crescita economica in tutto il mondo. La previsione è quindi di una crescita mondiale rivista al rialzo quest’anno al 3,1% (dal 3% del rapporto di giugno) ma in ribasso nel 2023 al 2,2% (2,8% a giugno) e al 2,7% nel 2024.
L’Asia sarà il principale motore della crescita nel 2023 e 2024, mentre Europa, Nord America e Sud America vedranno una crescita più moderata. L’inflazione in rialzo e una crescita più bassa sono “il pesante prezzo che l’economia globale sta pagando per la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”, evidenzia l’Ocse. Sebbene i prezzi stessero già aumentando a causa del rapido rimbalzo del post pandemia e per le strozzature nella catena degli approvvigionamento, l’inflazione è aumentata vertiginosamente ed è diventata molto più pervasiva dopo l’invasione russa.
In particolare, il Pil degli Stati Uniti crescerà dell’1,8% nel 2022 per poi rallentare nel 2023 al +0,5% e risalire l’anno successivo all’1%. Quello dell’Area euro sarà al 3,3% quest’anno, allo 0,5% nel 2023 e all’1,4% nel 2024. per quanto riguarda i Paesi non Ocse, la Cina crescerà del 3,3% nel 2022, del 4,6% nel 2023 e del 4,1% nel 2024. L’India, dal canto suo sarà la locomotiva del mondo con un Pil del 6,6% quest’anno, del 5,7% il prossimo e del 6,9% nel 2024.
Fonte Agi