Una donna e due dei suoi figli sono stati fermati nel Salernitano perché accusati di aver ucciso l’uomo e di aver occultato il cadavere in un dirupo. Il fermo è stato possibile grazie al recupero delle immagini delle videocamere di sicurezza della loro abitazione, che hanno ripreso il momento in cui i tre, tra cui un minorenne, hanno aggredito l’uomo. Era stata la stessa donna a denunciare la scomparsa del coniuge, ma la sua ricostruzione era risultata sospetta agli investigatori.
Fermati questa mattina la moglie e due figli di Ciro Palmieri, l’uomo scomparso a fine luglio nel Salernitano, con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. I militari in servizio presso la stazione dei carabinieri di Giffoni Valle Piana, insieme al personale della compagnia di Battipaglia, hanno eseguito i due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla procura di Salerno e dalla procura per i minorenni, nei confronti della donna e di due figli della coppia, di cui uno di 15 anni.
Le indagini sono partite dalla denuncia di scomparsa presentata dalla moglie di Palmieri il 30 luglio scorso alla stazione dei carabinieri di Giffoni Valle Piana. Il racconto fornito dalla donna aveva, da subito, generato il sospetto che la ricostruzione della scomparsa non corrispondesse a quanto realmente accaduto ed è stato disposto il sequestro del registratore dell’impianto di videosorveglianza dell’abitazione con diverse telecamere interne. Nonostante in un primo momento le riprese del 29 e 30 luglio risultassero già sovrascritte è stato nominato un consulente tecnico per tentare di recuperare le immagini.
La visione dei filmati recuperati ha consegnato agli investigatori un quadro agghiacciante: le riprese avevano registrato l’accaduto, sin dalla fase iniziale della lite familiare con l’aggressione dell’uomo da parte della moglie e dei figli utilizzando più coltelli e proseguita con l’accoltellamento reiterato della vittima anche quando era a terra. Il tutto sotto lo sguardo di un altro figlio di undici anni. Una furia omicida che non si è fermata neanche dopo la morte dell’uomo: le immagini hanno immortalato l’amputazione di una gamba della vittima, che è stata messa all’interno di una busta di plastica per il successivo trasporto e occultamento. Al momento del fermo gli indagati hanno indicato il luogo dove avevano gettato il cadavere, un dirupo impervio delle vicine montagne di Giffoni Valle Piana. Ora sono in corso le attività di recupero del corpo con l’ausilio dei Vigili del Fuoco e del Soccorso Alpino.
Fonte Adnkronos