Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, migliaia di cittadini europei si sono mobilitati inviando denaro e beni di prima necessità, sia attraverso associazioni che con iniziative personali. Dopo questa prima fase è lecito domandarsi quali aiuti siano effettivamente utili adesso. Lo abbiamo chiesto a una Onlus che coordina le missioni in Ucraina dall’inizio dell’emergenza.

Qualsiasi donazione va bene ma ci sono cose che servono di più

“Ogni donazione è ben accetta: che sia denaro o che siano oggetti o beni di prima necessità”, spiega Lorenzo Urzia, che coordina le missioni in Ucraina di Ripartiamo Onlus: “Se vengono donati soldi, li usiamo per comprare quello che serve sentendo i contatti che abbiamo in Ucraina e Polonia; se vengono donati oggetti, li portiamo a chi ne ha bisogno. In questo momento ci stiamo occupando di recupero viveri e provviste di ogni genere, anche non alimentare, come vestiti o medicinali. Tra le cose che servono maggiormente ora ci sono oggetti che scaldino dal freddo: coperte, biancheria intima termica, tappetini da yoga per evitare che la gente dorma per terra, torce, antidolorifici e power bank”.

Vestiti per i rifugiati dei centri di immigrazione in Polonia

Tutti prodotti donati vengono smistati dalla Onlus e consegnati in vari punti strategici. “Carichiamo tutto quello che ci viene donato su alcuni pullman e ci dirigiamo al confine polacco-ucraino, facendo alcune fermate, come ad Hala Kijowska o in alcuni siti della Caritas al confine o, ancora, in alcuni centri di immigrazione permanenti polacchi dove in questo momento stanno accogliendo migliaia e migliaia di profughi”. Per quest’ultimi servono vestiti perché nei centri permanenti i profughi si fermano molto tempo e hanno bisogno di cambi puliti. “Entriamo anche in Ucraina, fino a Leopoli. Qui abbiamo un contatto che si impegna a spedire quello che serve nelle varie città e all’esercito”.

Nulla di quello che viene donato va sprecato

Per quanto riguarda le provviste di prima necessità, Urzia assicura che non mancano: “Tantissima gente sta donando molto cibo. Serve anche acqua, di cui spesso ci si dimentica ma bene o male i beni di prima necessità al momento ci sono. Nulla inoltre viene mai sprecato perché ci assicuriamo che qualsiasi prodotto raccolto arrivi dove c’è bisogno. Se spediamo del cibo, lo uniamo sempre a posate, piatti e bicchieri”.

Al momento i volontari della Onlus portano provviste e tornano in Italia con i profughi, circa 200 persone a viaggio. “Sono per lo più persone che hanno già una sistemazione, ma ce ne sono altri che andranno in strutture apposite. Abbiamo lanciato anche una raccolta fondi con alcuni influencer con cui man mano compriamo in base a cosa ci richiedono da Ucraina e Polonia. Non compriamo mai a caso“.

Anche chi aiuta offrendo dei mezzi di trasporto è utile. “Abbiamo prodotti che Esselunga e Coop ci donano e, per evitare che restino in magazzino in attesa di un nuovo viaggio, se abbiamo più furgoni o pullman, riusciamo a portare tutto dando un aiuto immediato”, conclude Urzi.

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