Alessandro Aghemo, pubblico ministero, dice di “ritenersi costretto a chiedere 14 anni” per Alex Pompa che all’epoca dei fatti uccise il padre violento. “L’uomo non meritava di essere ucciso ma aveva bisogno di un aiuto psicologico”.

Giuseppe Pompa, di 52 anni, era un uomo ossessivo e violento. Aggressivo con la famiglia, minacciava costantemente moglie e figli. La stessa Maria Caiola, la vedova, durante l’interrogatorio svoltosi subito dopo l’omicidio, ha sostenuto di essere stata chiamata, quel giorno stesso, più di 100 volte dall’uomo a causa della sua possessività e gelosia.

Gli stessi vicini hanno sostenuto quanto le litigate all’interno dell’appartamento fossero violente e continue. Anni di vessazioni continue che hanno certamente portato Alex a vivere nella violenza fino a sviluppare una sindrome post-traumatica da stress.

Il ragazzo, dopo l’ennesima litigata in cui ha visto il padre urlare contro la famiglia per poi strattonare e minacciare di morte la madre, avrebbe preso dei coltelli per poi pugnalare ripetutamente il padre.

Il ragazzo stesso avrebbe poi chiamato i carabinieri, consapevole del suo gesto.

Il pm Aghemo, nonostante la richiesta della pena, definisce Alex come un bravissimo ragazzo, molto serio e studioso.

Sicuramente il ragazzo, quella sera, avrebbe percepito un pericolo reale, come se il padre potesse davvero far concretamente male alla sua famiglia, ma, nonostante tutto, era solo una sensazione.

La reazione di Alex viene quindi definita spropositata nonostante il comportamento ingiustificabile del padre, anche se protratto negli anni.

Oltretutto vi è anche l’aggravante del vincolo di parentela di cui tenere conto. Se l’omicida è parente della vittima la pena è più alta, a prescindere dalle attenuanti.

Non sappiamo se l’uomo avrebbe davvero potuto essere aiutato tramite un percorso psicologico, ma davvero Alex merita di essere definito un assassino e pagare con 14 anni della sua vita? La stessa pena, ricordiamolo, ricevuta da Ciontoli senior per l’omicidio di Marco Vannini.

Attendiamo la decisione del Tribunale con la speranza che questa famiglia possa finalmente ricevere un po’ di pace.

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