“PROBLEMI DI METOO IN RAI? NON SA QUANTI! TUTTI TENTATIVI RESPINTI CON PERDITE” – LE RIVELAZIONI SCOTTANTI DI PAOLA FERRARI: “CHI NEGA CHE CERTE COSE IN RAI ESISTANO È UN IPOCRITA. LA PRIMA VOLTA ERO AL DEBUTTO A “PORTOBELLO” NEL 1977. ENZO TORTORA, SIGNORE COME POCHI, MI DIFESE A SPADA TRATTA. AVEVA UN SENSO ETICO: NON CI FECE MAI METTERE LA SCOLLATURA” – “NEL GIORNALISMO SPORTIVO SIAMO CONSIDERATE SOLO BELLEZZA E MAI COMPETENZA. TANTE GIORNALISTE DONNE CI SGUAZZANO, PUNTANO SUL VESTITO SUCCINTO, SULL’AMMICCAMENTO E…”

Luigi Bolognini per “la Repubblica”

 

PAOLA FERRARI PAOLA FERRARI

Malgrado l’1-1, giovedì un vincitore in Italia-Bulgaria c’è stato: la Rai, che ha ottenuto 7 milioni e 366mila spettatori, il 36% di share, che per una partita non fondamentale di inizio stagione è un ottimo risultato. “Questa Nazionale piace, e non solo perché è campione d’Europa, ma perché diverte e si diverte, è fatta da un gruppo di amici, è unita e unisce”. Parla chi a questa squadra (e questa vittoria) ha associato il proprio viso, la giornalista Rai Paola Ferrari.

 

“Nel mio piccolo, nel mio minimo, l’Italia ha fatto entrare nella storia anche me che non c’entro nulla”. E soprattutto ci entrerà ancora per poco: dopo i Mondiali del Qatar lascerà l’azienda. “Ma preferirei parlare di oggi, perché ai Mondiali dobbiamo ancora arrivarci e la partita di domenica è importantissima, la Svizzera ha fatto bella figura agli Europei e ha due partite meno di noi, se le vincesse ci andrebbe avanti. Il secondo del girone deve giocare i play-off. Visto com’è andata con la Svezia nel 2017, eviterei”.

 

paola ferrari mejo di sharon stone paola ferrari mejo di sharon stone

Sembrano lontane le notti magiche di luglio che lei ha cantato con toni quasi nazionalistici.

“Ora non siamo più la sorpresa. Oggi vedremo se è un appannamento o c’è qualche problema in più, forse in attacco. Gli Europei per me, come per tutti gli italiani, sono stati una liberazione, il poter tornare a festeggiare, in momenti così difficili. Un successo esaltante, grazie a cui siamo tornati a essere rispettati nel mondo. E io sì, sono fiera e orgogliosa di essere italiana”.

 

Eppure lascia. Sul serio?

“Credo che non tornerò indietro. Bisogna sapersi reinventare, nella vita, e non farlo troppo tardi, voglio fare tante altre cose, soprattutto con la Lucisano Media Group, di cui faccio parte. Scriviamo format per la tv, giriamo documentari. Se ne potrebbero fare anche sul calcio, che ora va raccontato così vista l’overdose di partite. Puntare sulle storie, penso a Messias, in tre anni dalla D al Milan. Ma vorrei anche mettere in piedi un allevamento di cani bovari bernesi. Di idee ne ho, dormo 5 ore a notte”.

PAOLA FERRARI GIAMPIERO GALEAZZI PAOLA FERRARI GIAMPIERO GALEAZZI

 

A tanti spettatori mancherà. A uno no: Giampiero Galeazzi, che le ha dato della invadente e della prevaricatrice.

“Che dolore queste parole. A me invece Giampiero manca, anche se il rapporto non è stato facile. Però sì, sono stata un po’ invadente e prevaricatrice, e lo rivendico. Perché è il solo modo delle donne di potersi fare avanti nel giornalismo sportivo, dove spesso siamo considerate solo ornamento, solo bellezza e mai competenza. E tante giornaliste donne, evito i nomi, ci sguazzano, puntano sul vestito succinto, sull’ammiccamento, e di calcio non sanno nulla, facendo del male a tutta la categoria. Un errore che fa parte di quello più generale: pensare che il calcio non sia cose da donne. È un caso se non c’è mai stata una donna a dirigere un giornale sportivo o Raisport? Vice, al massimo, ma direttrici mai. Non mi candido, eh? Io sono fuori, ormai”.

PAOLA FERRARI PAOLA FERRARI

 

A proposito, mai avuto problemi di #MeToo in Rai?

“Non sa quanti! Tutti tentativi, sia chiaro, tutti respinti con perdite. La prima volta ero a Portobello, il mio debutto tv, nel 1977. Enzo Tortora, signore come pochi, mi difese a spada tratta. Chi nega che certe cose in Rai esistano è un ipocrita”.

 

Per tornare alla Rai, fantastica estate tra Europei e Olimpiadi, ora c’è giusto l’Italia da seguire, il grande sport è su satellite e streaming.

“La novità di Dazn impiegherà un paio d’anni a essere digerita. Nel frattempo 90° minuto e Domenica sportiva svolgeranno un servizio pubblico ancor più importante per chi non può pagare gli abbonamenti alle piattaforme. Io avrei fatto qualche sacrificio in più per la Champions League, ma i soldi sono quelli che sono e le scelte aziendali pure. Spero che la gente riscopra la nostra straordinaria radio e che si cerchi di sparigliare facendo trasmissioni evento, racconti di storie. Oppure si vada su idee nuove, ad esempio a me diverte la Bobo Tv”.

 

Ha rimpianti professionali?

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“Dopo essere stata la prima donna a condurre sia 90° che la Ds direi di no. Ecco, magari mi è dispiaciuto non poter condurre un talk show, avere una riconoscibilità maggiore che quella solo del giornalismo sportivo”.

 

E cosa le manca di più?

“La Domenica Sportiva, l’ho condotta nove anni ed era il mio sogno da bambina quando guardavo Alfredo Pigna, Sandro Ciotti, Gianni Minà, e c’era la straordinaria Maria Teresa Ruta. Arrivarci è stato davvero realizzarmi professionalmente”.

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E se la Rai gliela riproponesse tornerebbe indietro sul suo addio?

“No. Anzi sì, ma a una condizione: presentarla assieme ad Amadeus”.

Le è venuta la sindrome di Fiorello?

“Ma no! Abbiamo fatto anni assieme a Radio Deejay parlando di calcio, siamo amicissimi. Verrebbe una trasmissione di culto. Ma direi che ha troppo da fare. Oppure, già che l’ha citato, l’Edicola di Fiorello, il lunedì, tutta dedicata alla rassegna stampa dei giornali sportivi”.

 

Torniamo ai rimpianti. Forse essersi candidata nel 2008 alla Camera per La Destra è un errore che non rifarebbe.

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“Ai tempi fu un errore sicuramente, diventai una donna di parte, il pubblico non capì. Adesso potrebbe essere una delle opzioni post-Rai, ho le mie idee e mi piace portarle avanti”.

 

Chiudiamo tornando agli inizi, a “Portobello”. Ci racconti di più. Era una bambina.

“Beh 16-17 anni, ero una delle centraliniste. Facevamo 28 milioni di ascolti, Italia-Inghilterra ne ha fatti 20. Tortora era straordinario. E aveva un senso etico: non ci fece mai mettere la scollatura. Ed era sempre prodigo di consigli”.

A lei cosa disse?

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“Tenere la schiena dritta e la testa alta e guardare sempre la gente negli occhi, in senso fisico e metaforico. Mai dimenticato”.

 

E poi l’inizio del trionfo europeo. C’è stato un momento in cui ha capito che era fatta? Prima del rigore di Saka, ovviamente.

“Il clima di Coverciano, gli scherzi, gli abbracci tra Vialli e Mancini. Era come se aleggiasse qualcosa di soprannaturale. Però no, solo dopo l’errore inglese ho pensato che fosse fatta davvero”.

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Non aveva studiato qualche scaramanzia, qualche festeggiamento speciale?

“Se intende spogliarmi, non è il caso, ormai. Scherzi a parte sì, l’idea era di baciare Luca Toni, accanto a me. Tra l’altro è così un bel ragazzo… Ma non ho osato, è anche sposato. Però poi il bacio gliel’ho dato. A telecamere spente. E sulla guancia”.

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Redazione Dagospia