Un sessantenne che perseguitava l’amica accompagnata la sera dell’omicidio, potrebbe essere l’assassino di Massimo Melis.

Sono numerose le piste che i carabinieri stanno seguendo per poter risolvere il giallo sulla morte di Massimo Melis, soccorritore della Croce Verde ucciso con un colpo di pistola alla tempia nel quartiere di Barriera di Milano a Torino.

Quella al momento più battuta riguarda un pregiudicato di poco più di sessant’anni che avrebbe avuto, anni addietro, una breve relazione con l’amica di Melis, la Patrizia che aveva accompagnato a casa la sera della sua morte.

La donna ha raccontato agli inquirenti quanto l’uomo la stesse perseguitando negli ultimi tempi. Si faceva spesso vedere al bar dove lavora con la sua famiglia e la faceva sentire costantemente in pericolo. Proprio per questo Melis l’avrebbe riaccompagnata a casa e non solo quella volta.

È molto probabile che sia stato questo stalker ad uccidere Massimo e i sospetti si fanno sempre più evidenti data l’impossibilità di rintracciarlo. L’uomo si è reso totalmente irreperibile dalla sera del delitto.

Patrizia non ha mai querelato il suo stalker per paura di ritorsioni verso lei e la sua famiglia.

IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE

È stata proprio Patrizia a ritrovare il cadavere dell’amico. Dopo essere stata riaccompagnata a casa la sera prima, pensava che Massimo fosse tornato a casa ma il giorno dopo è stata contattata dalla madre di lui preoccupata dato che non era tornato a casa.

Scesa di casa ha immediatamente visto la sua auto ed avvicinatasi ha, purtroppo, trovato il cadavere dell’amico che, nonostante tutto, aveva solo cercato di proteggerla e rassicurarla.

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