DI COSA PARLERÀ MAI UNA SERIE TV CON PROTAGONISTA MONICA LEWINSKY? – L’EX STAGISTA DELLA CASA BIANCA È TORNATA IN PUBBLICO IN OCCASIONE DELLA PREMIERE DI “IMPEACHMENT: AMERICAN CRIME STORY” – LA SERIE TV OVVIAMENTE RICOSTRUISCE IL SEX-SCANDAL CHE L’HA RESA FAMOSA, E CON CUI CONTINUA A CAMPARE DA PIÙ DI 20 ANNI, ED ESCE OGGI SU “FX” IN AMERICA – LEWINSKY È LA PRODUTTRICE ESECUTIVA DELLO SHOW “PER FAR SÌ CHE UNA COSA DEL GENERE NON ACCADA MAI PIÙ…” – VIDEO 

 

DA www.liberoquotidiano.it

monica lewinsky monica lewinsky

 

La “rinascita” di Monica Lewinsky. Negli anni 90 l’ex stagista della Casa Bianca mise nei guai l’allora presidente americano Bill Clinton per lo scandalo politico-sessuale più famoso della storia: il rapporto orale nella Stanza ovale che per poco non portò alla defenestrazione del leader democratico, che aveva negato la relazione extraconiugale e che dunque venne accusato di aver mentito al Paese. 

Monica Lewinsky e Bill Clinton Monica Lewinsky e Bill Clinton

 

Alla fine, Clinton se la cavò con la formula delle “relazioni fisiche improprie”, che escludevano i “rapporti sessuali” propriamente detti. Certo, ci ha quasi rimesso il matrimonio (Hillary Clinton, umiliata a più riprese, ha tenuto duro consapevole forse che il suo turno sarebbe poi arrivato) e di certo ha compromesso la sua fama politica. Di Clinton, tutti ricorderanno i guai erotici più che le decisioni dal Capo dello Stato. 

monica lewinsky monica lewinsky

  

Ora, 26 anni dopo il sex-scandal (nel 1995 lei aveva 25 anni, lui 49), l’ex cicciottella Monica è diventata una splendida 48enne ed ha conquistato tutti alla prima di Impeachment: American Crime Story, la serie tv di cui è produttrice e che racconta appunto quella peccaminosa storia.

MONICA LEWINSKY E IL CAST DI IMPEACHMENT MONICA LEWINSKY E IL CAST DI IMPEACHMENT

 

Nei suoi panni ci sarà l’attrice Beanie Feldstein, mentre Clive Owen impersonerà Clinton. Davanti alle telecamere e ai fotografi, la Lewinsky è apparsa in gran forma, trucco e parrucco da star, abito floreale molto sensuale.

 

E occhio, perché nella serie tv ci sarà spazio per un’altra donna con cui Clinton avrebbe avuto rapporti intimi controversi: Paula Jones (l’attrice Annaleigh Ashford), che aveva accusato nel 1991 di molestie sessuali l’allora candidato alla Casa Bianca quando quest’ultimo era governatore dell’Arkansas.

 

MONICA LEWINSKY, IL RITORNO LA SUA VERSIONE IN UNA SERIE

Marilisa Palumbo per il “Corriere della Sera”

 

monica lewinsky monica lewinsky

Ventitré anni dopo, la versione di Monica sta per arrivare sugli schermi americani. Un tuffo indietro in uno scandalo che paralizzò il Paese ma a ripensarlo adesso, nei giorni in cui si commemora il ventesimo anniversario dell’11 settembre, sembra quasi avvolto dalla nostalgia per un’epoca più semplice. 

 

«Impeachment», che esce domani, è l’ultima serie del progetto American Crime Story e racconta l’affaire Clinton-Lewinsky e il tentativo fallito di incriminazione del presidente attraverso le donne che ne furono parte.

Impeachment, American Crime Story Impeachment, American Crime Story

 

Monica, prima di tutto, Linda Tripp, scomparsa l’anno scorso, l’amica che denunciò la relazione della giovane stagista con il presidente, Paula Jones, che lo accusò di molestie, e Hillary Clinton. Di tutte loro, però, solo Lewinsky è produttrice esecutiva dello show. Non è stato facile per lei ripercorrere tutto: il vestito macchiato dello sperma del presidente lasciato in frigo, il tradimento dell’amica, i fotografi, le battute incessanti dei comici dei late night show . 

 

Oggi Lewinsky, dopo anni sbandati tra una linea di borse e un tentativo di una nuova vita all’estero, ha trovato la sua strada come attivista contro il bullismo ed è presente con ironia sui social, ma non tutte le ferite sembrano rimarginate. Quando ha dovuto guardare la serie l’ha fatto con un terapeuta, e aveva una sessione con lui anche la sera della prima, racconta il New York Times . 

Impeachment, American Crime Story 3 Impeachment, American Crime Story 3

 

Ma ha deciso di partecipare al progetto perché «una cosa del genere non accada mai più a un’altra persona così giovane». Monica aveva 22 anni quando cominciò la relazione, 25 quando scoppiò lo scandalo e per mesi fu stritolata dai media: lei era ovunque ma non aveva voce. Non poteva raccontare la sua versione dei fatti, per ragioni legali le era stato consigliato di non parlare con nessuno, nemmeno con gli amici.

 

Impeachment - American Crime Story 5 Impeachment – American Crime Story 5

 Il #metoo era lontano anni luce, gli schieramenti erano ribaltati rispetto a quelli che avremmo visto in campo oltre vent’ anni dopo. I repubblicani massacravano Clinton: Lewinsky era l’escamotage per provare a liberarsi di un presidente estremamente popolare. Molti democratici e anche tante femministe la consideravano un’arrampicatrice o una stalker, pronta a ricattare il loro portabandiera, uno strumento nelle mani della «grande cospirazione di destra». 

Impeachment - American Crime Story 4 Impeachment – American Crime Story 4

 

«That woman», l’aveva definita il presidente negando la loro relazione e mentendo in tv all’intera nazione. Clinton – all’epoca 49enne, 27 anni più grande di lei – a «quella donna», che pure ha sempre difeso il rapporto come consensuale, non ha mai chiesto scusa per le umiliazioni e il tradimento: «Alla fine di tutto, due terzi degli americani era ancora dalla mia parte». 

 

Ma il mondo è cambiato nel frattempo, e ora tanti progressisti che all’epoca furono spietati contro la «stagista» fanno ammenda. Al punto che qualcuno si chiede se nel rileggere la storia non ci si stia dimenticando di Hillary. 

Impeachment - American Crime Story 2 Impeachment – American Crime Story 2

 

«Credo che i media negli anni Novanta trattarono male sia Hillary sia Monica. Complimentarsi con Monica non è un modo per sminuire Hilary. C’è abbastanza empatia nel mondo per tutti noi», ha scritto su Twitter Molly Jong-Fast, che ha appena pubblicato su Vogue un pezzo intitolato We All Owe Monica Lewinsky an Apology . Dobbiamo tutti delle scuse a Monica, che allora fu «un test Rorschach della nostra misoginia».

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Redazione Dagospia