Carla Cappaverde, 21 anni, abita a Casaluce, in provincia di Caserta e lo scorso 4 aprile, proprio nel giorno di Pasqua, è stata salvata dal vigile del fuoco Francesco Di Somma, 41enne napoletano.

La ragazza era caduta in un pozzo con una profondità di 20 metri nel giardino della casa dei nonni, fortunatamente senza riportare troppi danni.

Inavvertitamente sono passata sopra il pozzo artesiano nel cortile della casa dei nonni. La grata ha ceduto ed io sono caduta giù di colpo. Il pozzo è dismesso da anni, ma c’era dell’acqua, un paio di metri, che ha attutito la caduta. Sono stati chiamati i vigili del fuoco e lui, Francesco, si è calato con l’imbracatura, mi ha aiutato ad imbracarmi a mia volta e siamo risaliti insieme issati con delle corde.

Quando ho capito che doveva calarsi nel pozzo gli ho chiesto scusa per il fastidio che stavo dando proprio nel giorno di Pasqua e lui, per sdrammatizzare, mi ha risposto: sto venendo a prenderti per i capelli”.

Dopo solo pochi mesi, però, la giovane ha scoperto adesso, ad aver bisogno di una mano è proprio il pompiere che le salvò la vita. L’uomo ha saputo di essere affetto da una rara malattia, la emoglobinuria parossistica notturna e che, per vivere, ha bisogno di trasfusioni.

La giovane Carla ha quindi annunciato che, assieme alla sua famiglia, avrebbe donato il suo di sangue: “donerò il mio sangue, è il minimo che io e la mia famiglia possiamo fare per lui”.

Il vigile aveva annunciato la sua malattia sui social, chiedendo aiuto a tutti i suoi conoscenti:

Uno su 500mila è affetto da emoglobinuria parossistica notturna ed è toccato proprio a me. Ora in fondo al pozzo ci sono io. L’aiuto di cui ho bisogno sono le trasfusioni settimanali che mi tengono in vita. Mi sottoporranno a un trapianto di midollo ed è un miracolo che i miei due fratelli siano entrambi compatibili con me: sembra che mia madre abbia fatto le fotocopie del nostro Dna”.

Un bellissimo gesto di riconoscenza quello della ragazza, un regalo di Natale che fa ben sperare sulla bontà delle persone.

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