Un fatto di cronaca che sta facendo raggelare gli italiani viene direttamente dall’Australia.

Un imprenditore, Alberto Nicoletti (29 anni), è stato arrestato con l’accusa di stupro. Con lui viene accusato e trattenuto anche un suo collaboratore, Vincenzo Mineo (36 anni). Nicoletti si trova in Australia, a Perth, per lavoro. L’uomo ha aperto un ristornate italiano, il Lago di Como, 8 anni prima.

ADESCATA E ABUSATE

Il modus operandi dei due uomini era a dir poco agghiacciante. Le ragazze venivano adescate nei locali, alcune con la promessa di stupefacenti, e dopo essere state drogate venivano violentate da entrambi.

È cominciata a marzo di quest’anno l’indagine, dopo che una giovane di soli 20 anni è andata a sporgere denuncia dopo la violenza sessuale.

La ragazza si trovava in un bar quando Nicoletti e Mineo, dopo essersi finti una coppia gay, le avrebbero offerto della cocaina. Dopo aver assunto la droga, che mischiata all’alcool ne avrebbe rallentato le percezioni, la giovane viene portata in un bagno per disabili, lontana da occhi indiscreti, e lì abusata ripetutamente da entrambi gli uomini.

A seguito delle indagini svolte, viene diffuso un video dalle autorità dove si vedono chiaramente i due uomini. La polizia esorta gli accusati a recarsi in commissariato per costituirsi.

Nel video si vedono distintamente i due uomini uscire dal bagno. Mineo ha la camicia completamente slacciata e si sta riabbottonando i pantaloni. Chiaramente non è un’immagine che va ad avvalorare una presunta innocenza.

7 DONNE SPORGONO DENUNCIA

Oltre alla ragazza dalla quale è partita l’indagine, sono altre 6 le donne che hanno che hanno accusato i due uomini di violenza sessuale. L’ultima denuncia è partita proprio grazie al video diffuso dalla polizia.

L’imprenditore, al momento, ha respinto tutte le accuse ma si trova lo stesso in carcere nonostante la richiesta da parte dei suoi legali della libertà su cauzione. Il giudice ha respinto questa possibilità.

L’uomo vive in Australia da 10 anni con il padre mentre madre e sorella sono rimaste in Italia.

PERCHÉ VIOLENTARE?

La vera domanda che ci poniamo è: perché? Perché arrivare a violentare una donna? Qual è il piacere in un atto così vile e codardo? Un atto che potrebbe essere altrettanto piacevole se consenziente.

Qual è la ragione dietro un comportamento che, si sa, prima o poi verrà scoperto? Cari lettori, non esiste il delitto perfetto. Ci si lascia sempre delle tracce dietro, si sbaglia sempre qualcosa che, prima o poi, si ritorcerà contro.

Speriamo che la giustizia australiana faccia il suo corso senza sconti di pena e che le ragazze abusate possano trovare un po’ di pace interiore.