Per ridurre i rischi di una potenziale interruzione di flussi dalla Russia, il governo diffonde, tramite il ministero della Transizione Ecologica il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale. Al momento gli stoccaggi contengono un livello di riempimento all’83%: l’obiettivo è del 90%. Il primo step, da attuare entro fine settembre, posticipa di un’ora l’orario di accensione invernale dei riscaldamenti e farà scendere di un grado la temperatura, da 20 a 19. Ecco nel dettaglio cosa prevede.

Diffuso dal Mise, ministero della Transizione ecologica, il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale. Nella premessa si legge che, allo stato attuale, l’insieme delle misure adottate per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas e “la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa 83%. Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno“. Si corre quindi ai ripari per ridurre i consumi e gli sprechi. La prima regola, che sarà attuata entro questo mese, scatterà con un decreto del ministero della Transizione ecologica e ridurrà di un’ora almeno l’orario di accensione invernale dei riscaldamenti e farà scendere di un grado la temperatura, da 20 a 19. 

“Per ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi dalla Russia durante il prossimo inverno nonché rispondere alle richieste europee in termini di riduzione dei consumi per il periodo 2022-2023, è opportuno attuare sin da subito misure di contenimento dei consumi nazionali di gas”, si legge nel Piano di 15 pagine.

Le misure del piano Mite

La ‘misura amministrativa di contenimento del riscaldamento’ del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale’ del ministero della Transizione ecologica “prevede azioni amministrative che riducano il consumo di gas per il riscaldamento mediante l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano“. Tali azioni “si aggiungono a quanto già attuato con l’articolo 19-quater del decreto-legge n. 17 del 1° marzo 2022 che è intervenuto sul riscaldamento degli edifici pubblici”.

La riduzione dei consumi promossa regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento “sarà attuata entro il mese di settembre 2022 modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale attraverso un decreto del ministro della Transizione Ecologica”. La misura sarà resa effettiva posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio.

I comportamenti raccomandati

Nel dettaglio, si legge nel testo del piano, si raccomandano “la riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, Dvd, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine.”

Infine, la nota sui rigassificatori, in questi giorni al centro di molte polemiche anche in campagna elettorale. “L’obiettivo del governo è quello di arrivare ad avere in esercizio al più presto, entro i primi mesi del 2023, il primo rigassificatore galleggiante e, successivamente e comunque entro il 2024, anche il secondo impianto”, si legge.

“Ciò – si sottolinea – è fondamentale soprattutto per poter affrontare l’inverno 2023-2024, considerato che con molta probabilità gli stoccaggi saranno pienamente utilizzati nella stagione invernale 2022-2023 e dunque occorrerà ricostituire adeguatamente le riserve”.

Fonte Adnkronos

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