Una ninna nanna più forte delle bombe. Nella metro di Kiev, mentre gli ucraini sono nascosti nei rifugi sotterranei dove passano la notte, il miracolo più bello, quello della vita. Una donna di 23 anni, ha partorito la propria bimba sotto terra, mentre lei e tanti connazionali scappavano dalla morte. Proprio mentre si nascondeva dagli assalti delle truppe di Mosca. Nel caos di chi cercava un riparo, le urla sono state avvertite dalla polizia ucraina che si è subito messa in moto per fornirle aiuto. Una volta nata su un letto di fortuna, è stata chiamata un’ambulanza e sia la mamma che la piccola Mia sono state portate in ospedale. Quel momento però è diventato il simbolo di un popolo che non ha intenzione di arrendersi e anzi, celebra le ore più dure con il fiore più bello, quelo di una nuova vita. «La tua nascita è speranza in questo periodo triste», ha detto una donna che si trovava nella metropolitana. La sua storia è stata rivelata dalla presidente della conferenza Democracy in Action Hannah Hopko, che ha detto: «Mia è nata in un rifugio questa notte in un ambiente stressante, durante il bombardamento di Kiev. Sua madre è felice dopo questo parto difficile. Difendiamo la vita e l’umanità».

Secondo alcuni media locali si chiamerebbe Mir, che in ucraino vuol dire “pace”. «Mentre le granate rimbombano nel cielo, stanno nascendo piccoli ucraini», hanno scritto abitanti di Kiev su Twitter. «Il primo (a nostra conoscenza) bambino è nato in uno dei rifugi di Kiev. Sotto terra, accanto agli edifici in fiamme e ai carri armati russi… Dovremmo chiamarla “Libertà’! Credete nell’Ucraina”, ha twittato invece l’account del ministero degli Esteri ucraino.

Ma lei non è l’unica bambina nata durante l’invasione russa in Ucraina. Un medico ha raccontato sui social che anche un altro neonato era stato messo al mondo durante la notte. A causa del bombardamento la sala era stata distrutta, così ha aiutato la donna a partorire in un seminterrato.

Il ricordo di Kabul

Una storia simile era accaduta il 26 agosto, a Kabul, dove la 26enne Soman Noori, era salita su uno degli aerei che fuggivano dalla guerra in Afghanistan. Con il travaglio che è avvenuto proprio durante il secondo volo, quello dal Qatar alla Germania. Dal cielo ai rifugi sotterranei, la speranza nasce lì dove la vita è invece appesa a un filo. (Il Messaggero)