Passi avanti ma non ancora decisivi. Le lente procedure europee, e i veti più o meno espliciti che cambiano nella forma ma non nella sostanza, non danno ancora certezze sulla decisione della Ue di imporre un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia. Né è facile riuscire a capire quanto manchi effettivamente a un passo che poteva arrivare già diversi mesi fa, come ha ricordato il capo dello Stato Sergio Mattarella. 

I ministri dei Paesi membri dell’Ue, riuniti a Bruxelles per il Consiglio Energia straordinario, hanno invitato la Commissione a “proporre un intervento di emergenza e temporaneo, incluso un tetto al prezzo del gas entro metà settembre”. Le misure sono pensate per aiutare famiglie e imprese, “preservando l’incentivo a ridurre il consumo di gas e di elettricità”. Una nota diffusa al termine del vertice, i ministri spiegano che “hanno esaminato le possibili opzioni per introdurre un tetto al prezzo sul gas importato da giurisdizioni specifiche”, ma che serve ancora del tempo per esaminare ed eventualmente introdurre il provvedimento.

Quali sono le problematiche principali

Sono parole che lasciano diverse variabili aperte rispetto ai tempi e alle modalità dell’intervento. Metà settembre è la settimana prossima ma le certezze sono ancora poche. Basta mettere in fila le dichiarazioni ufficiali, e aggiungere le resistenze ribadite dal maggiore ‘azionista’ europeo, la Germania, per avere il quadro della situazione, ancora nebulosa. La Commissione Europea sta “studiando la possibilità di imporre un tetto al gas russo importato via gasdotto“, ha spiegato la commissaria europea all’Energia Kadri Simson. Un tetto al gas “colpirebbe le casse della Russia e non le permetterebbe di mantenere i ricavi tagliando le forniture. Intendiamo aumentare il nostro lavoro sulla piattaforma energetica, per negoziare prezzi più bassi da altri fornitori. Ho in programma di visitare l’Algeria per discutere forniture aggiuntive all’Europa. Non c’è una soluzione unica che abbassi in modo significativo i prezzi e assicuri le forniture. Dobbiamo continuare il lavoro con determinazione su tutti i fronti“.  

Il ministro dell’Industria ceco Jozef Sikela, ha detto che tra i Paesi c’è “una visione prevalente per cui serve un tetto come misura di emergenza, ma bisogna dare più tempo alla Commissione per affinare dove esattamente porre il tetto”. “Diversi ministri ci hanno chiesto di analizzare anche un price cap per il resto del gas importato nell’Ue, ma se l’obiettivo delle nostre politiche è contrastare la manipolazione della Russia, ha senso prendere di mira solo il gas russo. In questa fase, nulla è fuori dal tavolo, ma un tetto al prezzo del gas naturale liquefatto potrebbe porre problemi per la sicurezza delle forniture e il mercato del Gnl è molto competitivo. Oltretutto, l’Ue non è tra i principali acquirenti di Gnl e ora quello che è importante è rimpiazzare le forniture russe con quelle di fornitori alternativi, ha ribadito Simson.

Alla domanda diretta se la Commissione proporrà o meno martedì prossimo un tetto al prezzo del gas, Simson non ha risposto: “La decisione non è stata ancora presa“.

Fonte Adnkronos

Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *