L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha confermato mercoledì le sue previsioni per il mese di luglio: l’inflazione continua a galoppare, pesando in maniera considerevole sui salari e il potere d’acquisto degli italiani. Il carrello della spesa non era mai stato così caro sin dalla metà degli anni ottanta.

A luglio l’inflazione registra un aumento dello 0,4% su base mensile ma, soprattutto, del 7,9% su base annua. È quanto rileva l’Istat, confermando la stima preliminare. L’inflazione su base tendenziale rimane elevata pur riducendosi di un decimo di punto percentuale. A giugno infatti era all’8%.

Ciò si deve ad andamenti contrastanti. Da una parte, infatti, rallentano i prezzi dei Beni energetici (da +48,7% di giugno a +42,9%) e decelerano i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,0% a +4,6%); dall’altra parte, però, accelerano i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,5%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +8,9%) e di altre categorie. La cosiddetta ‘inflazione di fondo’, calcolata al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1%.

Il calo di gas e carburanti non frena l’inflazione

Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio non frena l’onda lunga delle tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici. Infatti, la crescita dei prezzi degli alimentari lavorati, dei servizi relativi ai trasporti e dei servizi vari accelera, spingendo l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +4,1%) e quella al netto dei soli beni energetici (+4,7%) a livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996

A luglio, inoltre, accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,2% a +9,1%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,4% a +8,7%). Un aumento simile nel carrello della spesa, rileva Istat, non si osservava da settembre 1984.

Coldiretti: “Per gli italiani stangata a tavola da 564 euro”

Il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità. È quanto stima Coldiretti. I prezzi della frutta fresca o refrigerata aumentano su base annua del +8,8% – continua Coldiretti – mentre quelli dei vegetali freschi o refrigerati del +12,2% anche a causa dell’andamento climatico anomalo che ha favorito anche le speculazioni come nel caso dell’uva da tavola in Puglia, pagata agli agricoltori 0,50 euro al chilogrammo per poi essere venduta al supermercato a cifre fino a 4 euro.

La categoria per la quale gli italiani spenderanno complessivamente di più è però quella relativa a pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo di quasi 115 euro, e precede sul podio carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi.

Codacons: “Una tragedia per le famiglie italiane”

Il Codacons commenta i dati Istat parlando di “una tragedia per i consumatori” che avrà “effetti pesantissimi sull’economia nazionale”. Il tasso di inflazione al 7,9% – spiega una nota – si traduce a parità di consumi in una maggiore spesa pari a +2.427 euro annui per la famiglia ‘tipo’, che raggiungono +3.152 euro annui per un nucleo con due figli, considerata la totalità dei consumi di una famiglia.

“Siamo in presenza di una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie” spiega il presidente Carlo Rienzi. “È necessario intervenire con urgenza tagliando subito l’Iva sui beni di prima necessità come gli alimentari, i cui prezzi hanno subito a luglio un rincaro record del +10% su base annua, in modo da consentire una riduzione immediata dei listini al dettaglio e permettere alle famiglie di mettere il cibo in tavola senza subire un salasso”, conclude Rienzi. 

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