Nel terzo trimestre, il Prodotto interno lordo italiano è cresciuto dello 0.5%. L’aumento anno su anno è invece pari al 2.6% rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita decelera ma ormai dura quasi da due anni

Più 0.5% nel terzo trimestre del 2022. Questa è stata la crescita dell’economia italiana rispetto ai tre mesi precedenti. L’aumento anno su anno è invece pari al 2.6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Vengono così confermate le stime preliminari fornite dall’Istat un mese fa.

L’Istituto nazionale di statistica fornisce anche un altro dato. Ipotizziamo che la somma di consumi, investimenti, spesa pubblica e saldo della bilancia commerciale (esportazioni meno importazioni) – questo è uno dei modi per calcolare il pil – resti invariata nell’ultima parte del 2022 rispetto a questo terzo trimestre. Quest’anno si concluderebbe con un Prodotto interno lordo in crescita del 3,9%. Nel 2021 il rimbalzo dopo la pandemia era stato del 6,7%.

I settori che vanno meglio e vanno peggio

Per verificare l’andamento dei singoli settori dell’economia, si guarda al valore aggiunto. Semplificando, questo è la differenza tra il valore del panino confezionato che compriamo e il costo del prosciutto, dell’insalata, del pane e della plastica che l’impresa ha acquistato dall’esterno. Tradotto: quanto valore ha aggiunto l’azienda al nostro panino. Gli andamenti migliori del terzo trimestre sono stati in commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione (più 2,2%). Ma anche in servizi di informazione e comunicazioni (più 1,4%). Il calo più marcato si è avuto nelle costruzioni (-2,0% trimestre su trimestre, ma più 8% anno su anno grazie ai bonus edilizi). Male anche attività finanziarie e assicurative (-1,7%) e agricoltura, pesca e silvicoltura, ossia l’impianto e la conservazione dei boschi.

Quasi due anni con il segno più per il Pil

Si tratta del settimo segno positivo consecutivo per il Prodotto interno lordo trimestrale dopo la pandemia. La crescita è però in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno, quando era stata dell’1,1% su base congiunturale e del 5% anno su base annua.

Fonte Agi

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