Dopo Germania e Francia, ora anche l’Italia ha deciso di vietare la crudele pratica dell’uccisione dei pulcini maschi perché non produttivi per l’industria delle uova. La  Camera ha approvato ieri l’emendamento che introduce, ma solo dal 2026, il divieto di abbattimento selettivo dei pulcini maschi, considerati in effetti come scarti di produzione. Animal Equality, organizzazione internazionale non-profit per la difesa dei diritti degli animali, ha dichiarato: “Oggi la Camera dei deputati ha compiuto una scelta di responsabilità e rispetto nei confronti di animali, esseri senzienti, che non possono più essere solo considerati scarti industriali. L’uccisione selettiva dei pulcini maschi che avviene ogni giorno nell’industria delle uova non può essere ancora considerata la normalità e oggi il Parlamento ha scelto di sostenere la nostra proposta che segue le linee dettate anche dell’Unione europea in materia di benessere animale”.

Ogni anno nel nostro Paese vengono uccisi tra i 25 e i 40 milioni di pulcini maschi, triturati vivi o soffocati entro 24 ore dalla nascita e senza che siano prima storditi sedati. Lorenza Bianchi, responsabile LAV Area animali negli allevamenti, ha commentato: “È un grande risultato che porrà fine a una delle pratiche più efferate dell’industria zootecnica questo risparmierà la sofferenza a decine di milioni di animali oggi condannati a una morte particolarmente crudele. Certamente avremmo voluto un’immediata attuazione del divieto, visto che la tecnologia per il sessaggio degli embrioni è già disponibile, ma si tratta in ogni caso di un importante passo avanti che, speriamo, farà riflettere anche i consumatori sulle scelte alimentari che già da oggi possono indirizzare verso alimenti vegetali che non comportano alcuna sofferenza per gli animali”. Atttraverso l’introduzione di nuove tenologie sarà possibile ad esempio effettuare la selezione degli embrioni a seconda del sesso, ben prima della schiusa, in modo da andare incontro alle esigenze di tutti senza torturare i piccoli pulcini.

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