Luce verde dal Parlamento europeo alla direttiva sulla performance energetica degli edifici. Ecco cosa prevede la legge e quali sono i prossimi passi.

Il Parlamento europeo – con 343 voti a favore, 216 contro e 78 astenuti – ha approvato in prima lettura la riforma della direttiva sulla performance energetica degli edifici che prevede obiettivi di ristrutturazione degli immobili negli Stati membri. Contro la norma hanno votato Fratelli d’Italia e l’intero gruppo europeo di cui fa parte, il partito dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr). Oltre a Lega e Forza Italia. Proprio da quest’ultimo partito proviene il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che definisce “insoddisfacente” la legge: “Continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”. Il Terzo Polo ha invece detto di essersi astenuto.

Cosa prevede la direttiva

La direttiva stabilisce l’obiettivo del raggiungimento della classe energetica E per tutti gli edifici residenziali entro il 2030. Devono poi tutti passare alla D entro il 2033. Spetterà poi a tutti i Paesi dell’Unione europea definire disposizioni nazionali per conseguire l’obiettivo. All’inizio, l’indicazione è di agire sul 15% degli edifici con i consumi energetici più elevati, che saranno collocati nella classe più bassa: la G. Le classi energetiche verranno riclassificate rispetto ai parametri attuali.

Gli edifici pubblici non residenziali

Quanto agli edifici non residenziali e di proprietà pubblica, dovranno essere di classe E dal 2027 e alla D dal 2030. Dal primo gennaio 2028, inoltre, ci sarà l’obbligo di costruire solo nuovi edifici a zero emissioni.

Quanti edifici sono coinvolti

Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, il 15% degli edifici più energetici immediatamente da ristrutturare si traducono in 1,8 milioni di case sul totale di circa 12,3. Ma ci saranno molte eccezioni. Tra queste, la possibilità di esentare fino al 22% del patrimonio per ragioni di fattibilità economica. Ovvero 2,6 milioni di fabbricati.

Le norme sui sistemi di riscaldamento

Recependo la direttiva, l’Italia dovrebbe anche vietare l’utilizzo di sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili (come le caldaie a gas), sia per il nuovo che in caso di ristrutturazione. Inoltre, dal 2024 dovranno essere vietate le agevolazioni per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili. I sistemi di riscaldamento ibridi e le caldaie a fonti rinnovabili non sono coinvolti dal divieto.

Quali sono i prossimi passi

Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, l’Energy performance of building directive (Direttiva sulla performance energetica degli edifici), parte il cosiddetto Trilogo, ossia il negoziato con Consiglio europeo e Commissione europea che porterà al testo definitivo. Poi, i Paesi membri dovranno recepire il testo per raggiungere gli obiettivi fissati.

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