L’Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio sugli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre, analizzando tutti i rincari di ogni città e stilando la classifica completa di quelle con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda cibo e bevande, acqua e rifiuti, scuola dell’infanzia, ristoranti e alberghi.

Per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, se in Italia i prezzi sono saliti dell’11,7% su settembre 2021, equivalenti a una stangata pari in media a 660 euro in più su base annua, in molte città è andata molto peggio.

Cibo più caro: Cosenza in vetta alla classifica

A guidare la classifica (Tabella n. 1) è sempre Cosenza, che aveva già vinto a luglio e agosto questa non gratificante classifica, ma che ora per cibo e bevande segna un ulteriore balzo annuo, +16%, pari a +1034 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto Ascoli Piceno, con un incremento dei prezzi del 14,2% e un aggravio annuo pari a 773 euro, al terzo Viterbo dove mangiare e bere costa il +14,1% in più, 785 euro.

Al quarto posto Imperia, Padova e Terni (tutte a +13,8%), poi Gorizia e Ravenna (+13,6% entrambe), e Udine (+13,5%). Chiudono la top ten MacerataPistoia  e Verona, tutte e 3 con un’inflazione del 13,4%.

Sull’altro versante, la città più economica per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono “solo” dell’8,7%, pari a 498 euro. Medaglia d’argento per Como (+9,1%, +521 euro) e sul gradino più basso del podio Parma (+9,2%, +492 euro). Al 6° posto Milano, +9,5% e un aggravio a famiglia pari a 517 euro.

Servizi idrici e spese condominiali: rincari record a Catania

Per Fornitura acqua e servizi vari connessi all’abitazione (Tabella n. 2), ossia fornitura acqua, raccolta rifiuti e spese condominiali, se in Italia l’inflazione tendenziale di settembre è bassa, +1,8%, a Catania è più di 9 volte tanto, +16,4%. Al secondo posto Bolzano con +12,4%, quasi 7 volte tanto la media nazionale, al 3° Verona con +9,7%.

Appena giù dal podio Como (+9%), seguito da Rovigo (+6,8%), Pisa (+6%), al settimo posto Massa-Carrara (+5,8%), poi Cremona (+5,7%) e Mantova (+5,5%). Chiude la top ten Milano con +5,5%.

Ben 21 città sono invece in deflazione. La più virtuosa Reggio Emilia (-4,5%), al 2° posto Perugia (-3,6%), al 3° Caltanissetta (-3,3%).

 

Scuola dell’infanzia e primaria: Ancona, Como e Bergamo sul podio

Per quanto riguarda la Scuola dell’infanzia ed istruzione primaria, si profila una vera stangata per le famiglie di Ancona, dove rispetto allo scorso anno questi servizi costano il 12,1% in più. Al secondo posto Como con +12%. Medaglia di bronzo per Bergamo (+9,5%).

Al 4° posto Firenze (+8,2%), poi Benevento (+8,1%), Roma (+5,5%), Pordenone (+5,3%), in ottava posizione Biella e Brindisi (5,2% per ambedue). Chiude la top ten Cosenza (+5%).

Ristoranti: ancora Cosenza al top dei rincari 

Per i Servizi di ristorazione (Tabella n. 4), ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, a fronte di un’inflazione annua pari, per l’Italia, a +5,9%, a Cosenza i ristoranti rincarano rispetto a settembre 2021 del 9,9%. Al secondo posto Palermo, con +9,4% e al terzo Verona, +9,2%.

Seguono Forlì-Cesena (+9%), Sassari (+8,8%), Brescia (+8,8%), Viterbo (+8,5%), in ottava posizione Olbia-Tempio (+8,3%), poi Gorizia (+8,1%).

Chiudono la top ten Pistoia e Trento (+7,7% entrambe).

La città più economica è Lodi (1,7%), in seconda posizione Campobasso (+2,2%). Al terzo posto Vercelli (+2,4%).

 

Alberghi, b&b e pensioni: Milano superata da Trapani

servizi di alloggio (tabella n. 5), ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù a settembre costano in Italia il 16% in più rispetto allo scorso anno.

Nonostante l’aumento sia già consistente, fa ben peggio Trapani, che guida la classifica con uno spropositato +45,5% su settembre 2021, quasi 3 volte tanto.  Al secondo posto Milano, con un incremento annuo del 43,8%. Medaglia di bronzo a Venezia con +34,2%. Appena giù dal podio Firenze, +29,2%, poi Campobasso con +28,9%. In sesta posizione Roma con +26,8%, poi Bologna (+25,3%), in ottava posizione Napoli (+23,4%), poi Pisa (+23%).  Chiude la top ten Lucca (+21,4%).

Sull’altro versante della graduatoria, 3 le città virtuose in deflazione: Reggio Calabria (-3,3%), Massa-Carrara (-1,8%) e Genova (-0,7%).

 

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