Il Capitano di Fregata Walter Biot è stato condannato a 30 anni di carcere dal tribunale militare per aver rivelato segreti militari, procurato notizie segrete e fotografato documenti per poi fornirli al funzionario russo Dmitry Ostroukhov. La procura aveva richiesto l’ergastolo per Biot, ma la sentenza si è fermata a 30 anni di reclusione.

Biot si sarebbe procurato informazioni che, per la sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete. Successivamente, le avrebbe passate al funzionario russo in cambio di denaro. Tra i documenti fotografati ce n’erano alcuni che la NATO considerava di importanza estrema. Uno di questi era classificato come “Top Secret”, ovvero il massimo grado di riservatezza, e si occupava della lotta al terrorismo internazionale. Altri documenti invece esibivano potenziali punti deboli della NATO riguardo a questioni navali e marittime, che sarebbero state in parte esposte con la crisi in Ucraina.

Biot lavorava nella sezione analisi strategica e dunque aveva accesso alle operazioni più delicate e riservate. La stanza dove lavorava era la numero 248 e prevedeva due postazioni. Essendo un supervisore, aveva la responsabilità di controllare la documentazione riservata presente, e maneggiava quotidianamente questo materiale, come dichiarato da colleghi e funzionari.

La condanna a 30 anni di reclusione per Walter Biot rappresenta una grave violazione della sicurezza dello Stato ed è stata emessa in seguito a una attenta indagine di lunga durata. È importante preservare la sicurezza nazionale e proteggere le informazioni riservate, soprattutto in un’epoca in cui la sicurezza informatica e l’intercettazione di comunicazioni rappresentano una minaccia costante per la sicurezza del Paese.

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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa

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