La Federal Reserve ha approvato un altro aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, ma ha segnalato che le turbolenze del sistema bancario potrebbero porre fine alla sua campagna di rialzo del costo del denaro prima di quanto sembrasse probabile due settimane fa.

La decisione appena annunciata dalla Banca centrale degli Stati Uniti segna il nono aumento consecutivo dei tassi e porta il tasso di riferimento sui Fed Funds all’interno di un intervallo compreso tra il 4,75% e il 5%, il livello più alto da settembre 2007.

La Fed lascia comunque intendere che potrebbe aver finito di aumentare i tassi di interesse nel breve termine. Nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, il Federal Open Market Committee (Fomc) dichiara di prevedere che “potrebbe essere opportuno un ulteriore irrigidimento delle politiche” monetarie.

Sistema bancario Usa “solido e resistente”

Una formula diversa rispetto a quella utilizzata nelle otto occasioni precedenti, quando era stato invece definito adeguato “il proseguimento dell’aumento” dei tassi. La Fed sottolinea che che è troppo presto per dire quanto le recenti tensioni bancarie rallenteranno l’economia. Ma “il sistema bancario statunitense”, assicura “è solido e resistente“. Secondo il Fomc, “è probabile che i recenti sviluppi provochino un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e che pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione“. Ma “l’entità di questi effetti è incerta”.

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Tutti gli 11 membri del Comitato federale per il mercato aperto hanno approvato la decisione. Secondo le nuove proiezioni, 17 dei 18 membri che hanno partecipato alla riunione si aspettano che il tasso sui Fed Funds salga almeno al 5,1% entro la fine dell’anno, il che implica un ulteriore aumento di un quarto di punto. 

Previsioni al ribasso per il Pil Usa

La Fed ha inoltre rivisto al ribasso le stime sul Pil statunitense. Le nuove previsioni puntano a una crescita dell’economia pari allo 0,4% nel 2023, all’1,2% nel 2024 e all’1,9% nel 2025, contro rispettivamente il +0,5%, +1,6% e +1,8% atteso a dicembre. Il tasso di disoccupazione è previsto attestarsi al 4,5% quest’anno e al 4,6% nei prossimi due. L’indice dell’inflazione Pce è dato al 3,3% nel 2023, contro il 3,1% delle stime di dicembre, ed è stato lasciato invariato al 2,5% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. 

Fonte Agi

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