Il social network ha sperimentato un banner che avvertiva l’utente intento a condividere un pezzo senza averlo prima letto: +40% di click sugli articoli

Twitter mosta un banner informativo quando un utente decide di condividere un articolo senza averlo letto (immagine: Twitter)

Consigliare di andare oltre al titolo di un articolo ha portato i suoi frutti a Twitter, perché i test di una nuova funzionalità hanno dimostrato che ora le persone tendono a informarsi maggiormente quando decidono di condividere un pezzo sulla piattaforma. Il social network a giugno ha iniziato a testare una funzione che spinge a leggere un articolo prima di condividerlo in modo che gli utenti si informino maggiormente sui contenuti condivisi senza fermarsi solamente al titolo.

Ora il social network ha tirato le somme del test ritenendosi pienamente soddisfatto perché è riuscito a convincere molte più persone a leggere un pezzo prima di twittare. “La condivisione di un articolo può innescare una conversazione, quindi potresti voler leggerlo prima di twittarlo”, scriveva Twitter nel momento della presentazione di tale funzione.

Con un semplice “invito a informarsi”, che compariva sotto forma di etichetta nel momento in cui il social network riscontrava che un articolo era stato condiviso senza che l’utente ci avesse cliccato sopra per aprire il collegamento, Twitter ha convinto molti degli utenti coinvolti nel test a informarsi maggiormente sui contenuti che divulgavano.

Un titolo non ti racconta l’intera storia”. Così recita il banner che compare agli utenti nel momento in cui decidono di retwittare un articolo senza averlo letto. Twitter spiega che grazie all’invito gli articoli sono stati aperti il 40% in più del normale, che il numero delle persone che leggono gli articoli prima di condividerli è aumentato del 33% e che molte persone hanno deciso di non condividere l’articolo dopo averlo letto.

I prossimi passi del social network saranno quelli di rendere l’avviso più piccolo dopo che l’utente l’ha visto per la prima volta, in modo da non farlo diventare una cosa troppo invadente, e di rilasciare la funzione globalmente. Finora il test è stato effettuato solo su alcuni utenti Android di lingua inglese.

 

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