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Il magnate del cashmere è in guerra tra Londra, Milano e Amburgo contro la Peters&May, che distrusse l’esclusivo “My Song”; e la compagnia assicurativa Allianz per il risarcimento

da Londra Simone Filippetti

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Il magnate del cashmere è in guerra tra Londra, Milano e Amburgo contro la Peters&May, che distrusse l’esclusivo “My Song”; e la compagnia assicurativa Allianz per il risarcimento

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La ex barca più bella del mondo finisce arenata in Tribunale a Londra. Pierluigi Loro Piana, il magnate del lusso erede della famiglia dello storico marchio italiano, è nel mezzo di una battaglia legale in Inghilterra contro la compagnia marittima. Nodo del contendere: il bellissimo vascello My Song, un super yacht a vela da 40metri, naufragato l’anno scorso. Sul ponte del My Song sono salite celebrità e vip, come la ex top model Karolina Kurkova e l’attrice Annabelle Wallis, star di Peaky Blinders la serie fenomeno mondiale. Insomma, un’icona galleggiante del jet set globale e della mondanità; ma è finito in disarmo, demolito. E ora ballano 30 milioni di euro di risarcimento, con tre tribunali sparsi in tutta Europa a decidere su una barca distrutta.

Una traversata “maledetta”

La storia inizia nel maggio del 2019 quando My Song è alla fonda sull’isola di Saint Barth, nei Caraibi, dove la barca ha passato la stagione invernale e si sta svolgendo la regata “Bucket”. La barca è il pezzo forte della kermesse nautica, ospita feste ed è il “salotto buono” dei personaggi più famosi. Finito l’evento, My Song è attesa in Italia, a Genova, da dove poi salperà per Porto Cervo dove era prevista la “Loro Piana Regatta”, evento sponsorizzato proprio dalla famiglia. Ma nella esclusiva località della Costa Smeralda di proprietà del Qatar, il mega yacht non arriverà mai. Una traversata transoceanica dal mare dei Caraibi fino al mar ligure potrebbe danneggiare la barca, troppo lunga e rischiosa. Così Loro Piana, la cui ricchezza è stimata in 1,2 miliardi di euro da Forbes dopo che la famiglia ha venduto la prestigiosa casa di cashmere e moda ai francesi di Lvmh nel 2013, decide di far trasportare l’imbarcazione da una nave cargo: sceglie la Peters&May, di Southampton, porto dell’Inghilterra con una tradizione di trasporti. La compagnia marittima è ritenuta la migliore al mondo per il trasporto di yacht. Succede l’impensabile: durante l’ultimo tratto da Maiorca a Genova, nel Golfo del Leone, la nave cargo prende un fortunale e My Song cade sul ponte della nave e poi finisce in acqua; l’albero maestro si spezza e lo scafo interamente in carbonio è così danneggiato che nel cantiere di Maiorca dove il relitto viene riportato indietro da una nave soccorso tedesca, alzano le mani: impossibile ripararlo. Fine ingloriosa per una delle imbarcazioni più belle e preziose del mondo, peraltro nuovissima: era stata varata nel 2016 ed era valutata 30 milioni.

Il giallo del naufragio

Sulle modalità del naufragio è mistero fitto: la nave cargo non aveva telecamere a circuito chiuso, di solito operative su navi di questo tipo; e la notizia del grave incidente viene annunciata al miliardario italiano solo il giorno dopo. Inizia una guerra giudiziaria su più fronti: Loro Piana fa causa al Tribunale di Milano e chiede un risarcimento da 30 milioni alla Peters&May. Gli inglesi rifiutano ogni accusa: colpa dell’imbracatura dello yacht che fu fatta dall’equipaggio e non da loro. Gli inglesi, inoltre, prima di accollarsi lo sfortunato trasporto avevano preteso un’assicurazione per lo yacht: Loro Piana aveva comprato una polizza all-risk dal colosso assicurativo Allianz.Su entrambi i fronti, però, il magnate deve battagliare: con la compagnia di assicurazione è da un anno in negoziazione per ottenere un risarcimento che sperava automatico. Gli inglesi, poi, a loro volta hanno citato Loro Piana in causa a Londra.

Una causa da 30 milioni e 3 tribunali in giro per l’Europa

E qui è scoppiato un braccio di ferro su quale paese dovrà decidere sulla fine di My Song. Il superyacht, casualità, batteva bandiera inglese e Londra è il tribunale competente per la Peters&May. E proprio ieri l‘Alta Corte di Giustizia di Londra ha deciso per bocca del giudice Christopher Hancock, che se Mister Loro Piana vuole proseguire nella sua richiesta di risarcimento dovrà spostare la causa a Londra. I legali del Re del Cashmere, lo Studio Chiomenti di Milano e lo Studio Mordiglia di Genova, invece replicano che la causa dovrebbe proseguire a Milano, dove la prima udienza è in calendario proprio a settembre; e potrebbero fare ricorso contro la decisione di Londra. Ma dagli ambienti del magnate italiano filtra indifferenza: per Loro Piana, convinto della bontà delle sue ragioni, non sarebbe un problema andare a discutere anche davanti ai giudici di Londra. Molto più spinosa, invece, la questione della polizza assicurativa: se non si troverà un accordo con Allianz, dovrà partire un terzo processo, stavolta ad Amburgo. Una (ex) barca per tre tribunali.



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